9 – Dialoghi verdi
“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?” tuonava la vecchia quercia.
“Ma perchè imbrogliarci?” rispondeva il salice devoto.
“Perchè lo hanno sempre fatto. Erano i nostri figli, poi sono diventati i nostri dirimpettai ed ora siamo i loro schiavi. Hanno dimenticato, rinnegato, la loro natura… ti aspetti che riconoscano la tua?” proseguì il saggio.
“Vi giuro che è così! L’altra notte mi sono addentrata nelle strade della città e non c’era nessuno.” si inserì la volpe arguta.
“Perchè tu dai meno nell’occhio, ma io non voglio diventare ragù solo per curiosità e nella speranza di facile cibo.” bramì il potente cervo.
“Io sorvolo sui loro cuori e osservo i loro movimenti. Credetemi, a noi non ci pensano neanche…” aggiunse il corvo “anzi, forse dovremmo essere noi a pensare a loro.”
“E lo stiamo facendo.” confermò la quercia.
“Ma no, testa di legno!” lo interruppe il salice: “Intende che noi possiamo aiutarli. Noi siamo detentori di una saggezza antica.”
“Parla allora, tanto la tua voce per loro è un anonimo frusciare di foglie.” rise scricchiolando la quercia.
“Il salice ha ragione!” sentenziò il cervo: “Possiamo parlare ai loro cuori, alla parte di natura che, anche se dimenticata, è ancora un loro fondamento. Questo ci rende tutti fratelli, con il compito di onorare e condividere la Terra.”
“Un compito da lungo tempo fallito. Vi ripeto, questo è tutto un imbroglio.” s’incaponì la quercia.
“Ricordati che loro sono i nostri fratelli più giovani. Per l’ultimo genito si chiude sempre un occhio.” spiegò la volpe: ”E se potessi parlare al loro cuore cosa diresti, Salice?”
Per un po’ si sentì solo il vento suonare gli ispidi rami del salice, come fosse un’enorme e magica arpa, poi l’Albero rispose: “Dopo l’estate, in cui la vita è così matura da sembrare senza fine, ci si confronta con l’autunno e con la desolante consapevolezza di non essere più forti e belli come prima. Lentamente si avvizzisce e si giunge alla morte. Noi non pensiamo mai, però, che se non morissimo un po’ non potremmo più tornare alla primavera, dove la vita giunge oltre la maturazione, lasciando il posto a germogli desiderosi di cambiare il mondo. Bisogna avere coraggio però, perchè tutti sentiamo in cuore che l’inverno può esserci fatale… ma chi avrà coraggio saprà rifiorire ai primi soli.
E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?
Certo, lo abbiamo pensato anche noi, ma non abbiamo ancora trovato una verità migliore.
Voi avete ricoperto la verità di cose inutili, orpelli che nascondessero il vero viso della minaccia, ma così facendo avete perso di vista quel volto, ed ora il vostro nemico sembra invisibile.
Non abbiate paura della Natura, essa è il magico ingrediente che accende i vostri occhi.
Amatela anzi come una Madre, una Madre antica che sà quando prendere e quando dare, abbiate Fede in lei, non provate mai a prevaricarla.
Accettate che tutti siamo in balia di qualcosa di più grande, ed occupatevi solo di farvi trovare ricchi di amore quando giungerete al Suo cospetto.
…E se anche sarà un imbroglio… almeno avrete fatto del vostro meglio.”
Un commento “9 – Dialoghi verdi”