7 – L’ultima volta

14 Nov di editor

7 – L’ultima volta

“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?”

A questo pensò mentre, con sguardo assorto, guardava il laboratorio che si estendeva oltre la porta a vetri.

Del resto non era la prima volta… ma sarebbe stata l’ultima!

In pochi erano a conoscenza della sua ossessione, del suo scopo ultimo nella vita; e, di quei pochi, pochissimi non lo prendevano in giro per quell’assurda idea!

Chiuse gli occhi ripensando, per la millesima volta in quella giornata, a quanti torti, scherzi e insulti aveva subito durante la sua personale ricerca.

Quanti imbroglioni avevano incrociato la sua strada nel tentativo di frodarlo! E spesso, almeno agli inizi, ci erano riusciti.

Col tempo era diventato meno avventato e prima di buttarsi a capofitto in qualche progetto si poneva la domanda che ormai era diventata il mantra della sua vita: “E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?”

Ormai, del resto, anche lui riusciva ad imbrogliare gli altri col suo stile di vita.

Nascondeva benissimo la sua ossessione; era riuscito a far credere a tutti che ormai era “guarito”. Si era fatto strada negli affari fino ad arrivare a possedere quell’azienda, nella quale aveva fatto costruire il suo laboratorio.

Aveva stretto rapporti importanti nella vita sociale, cosa che gli permetteva una certa eccentricità. Era ricco e ben inserito socialmente, poteva permettersi lunghi viaggi in luoghi insoliti; fare costosi, inutili ed assurdi acquisti.

Libri antichi scritti in lingue morte e perdute che nessuno, sembrava, sarebbe mai riuscito a decifrare.

Strani oggetti dall’uso incomprensibile, quasi per tutti.

Ma per “compensare” questi strani acquisti aveva case personali in quattro stati europei, macchine sportive e non, yacht, aveva anche ventilato l’idea di voler acquistare un elicottero!

La sua vita pubblica era tutta un gigantesco imbroglio!

Aprì gli occhi e tornò a guardare il laboratorio.

Era stato costruito e arredato con il meglio che la tecnologia e la scienza del momento potessero offrire: computer talmente sofisticati che riportavano in vita le lingue morte, tecnologie che rendevano comprensibile l’utilizzo di qualsiasi oggetto di qualsiasi epoca.

Aveva fatto passi da gigante nella sua ricerca, tanto che ormai non aveva più bisogno di assoldare collaboratori; li creava lui stesso in quel laboratorio.

Tutto il personale era ormai composto da homunculus nati grazie ad una “ricetta” trovata in uno di quei libri antichi.

Ricette! Ormai, nei tempi moderni, anche l’alchimia era solo una questione di precise pesate e giuste miscelazioni, e forse era sempre stato così!

Niente fornaci roventi, nessuna esplosione improvvisa! Altri sotterfugi, altri imbrogli!

Comunque aveva imparato, passando da truffa a truffa, da fallimento a fallimento, da imbroglio a imbroglio.

Aveva capito quando una notizia era fondata, quando una ricetta poteva essere realizzabile, quando una ricerca doveva essere iniziata. Era diventato un Alchimista!

Un Alchimista moderno, ricco, laureato e vecchio.

Ed invecchiando la sua ossessione non si era stemperata, anzi era successo esattamente l’opposto.

E adesso era li, davanti ad una ricetta che considerava “giusta”, che non sembrava un imbroglio. Trovata in un libro che gli era stato venduto da una persona che gli sembrava onesta, non un imbroglione, ma un disperato in cerca di soldi per mangiare.

La pietra filosofale! La ricetta della vera pietra filosofale!

Non quella che trasforma tutto in oro, no! Di quella non avrebbe saputo che farsene!

La pietra filosofale che trasforma la vita!

Da una vita breve e faticosa ad una vita senza fine! La vita eterna!

Questo il vero scopo della sua ricerca, questo il vero scopo dell’alchimia!

La trasmutazione dell’essere umano! Tutto il resto un gigantesco imbroglio per gli allocchi, gli incompetenti, gli ignoranti.

Uno degli homunculus richiamò la sua attenzione, tutto era pronto per cominciare.

Non ci sarebbero stati altri tentativi. Era troppo vecchio per fallire ancora!

Indossò il camice ed entrò nel laboratorio.

“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?”




2 Commenti

  1. Forse non è la storia più adatta a un racconto breve, con un protagonista che non riesce a svelarsi fino in fondo e un’ambientazione che promette bene, ma rimane purtroppo uno sfondo piatto. Ciò nonostante il racconto nel suo complesso funziona, riuscendo soprattutto ad appassionarci alla sorte del protagonista. Una buona base per un racconto che può ancora migliorare, magari con qualche pagina extra.

  2. Bello lo stile, attento ai particolari..dell’ossessione. E anche il ritmo: incalzante. Il testo infonde la curiosità di arrivare fino alla fine, un po’ scontata forse, ma per lessico e descrizioni ne vale la pena.

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