4 – IL SOSPETTO

13 Nov di editor

4 – IL SOSPETTO

“E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?”

Questo è ciò che da ore si chiedeva Alessia. Da quando quella mattina aveva parlato al telefono con la sua amica di vecchia data, Sara.

“Ti tradisce, te lo dicevo che non poteva essere così perfetto”

Alessia non voleva crederci; lei ci era già passata ed era stufa di uomini che la prendevano in giro con bugie e tradimenti. Aveva ormai perso la speranza, quando conobbe Marco.

Fu subito rapita dai modi gentili di quel ragazzo e non passò molto tempo che se ne innamorò, sempre più convinta che fosse unico. Fu felicissima quando Marco si dichiarò e lo fu ancora di più il giorno che lui le propose di convivere. Era davvero la storia perfetta, e lui era davvero il ragazzo perfetto.

O almeno così credeva.

E’ bastato poco per far crollare tutto. Un profumo. Un profumo di donna, non suo.

Alessia tentò di non saltare a conclusioni affrettate, ma del profumo femminile sulla tuta da fitness era troppo sospetto. I pensieri si facevano sempre più confusi e la sola spiegazione possibile si faceva largo nella sua mente: Marco la tradiva.

La testa le scoppiava, le gambe iniziarono a tremare e il respiro era sempre più affannato.

Alessia pensò di collassare, ma il telefono iniziò a squillare, riportandola di colpo in sé.

Era Sara.

Amiche fin dall’ asilo, non avevano segreti l’ una per l’ altra, così Alessia le raccontò della sua terribile scoperta e Sara diede conferma alle sue paure.

“Ale, potrei capire fosse su una camicia, o sulla giacca, sai, qualche collega al lavoro. Ma del profumo sulla tuta con cui va a correre, è troppo strano. Ti tradisce, te lo dic…”

Il resto della frase, anzi dell’ intera chiamata dopo quelle parole, non la sentì neanche.

Possibile che persino Marco fosse quel genere di uomo? Uno di quelli che tradiscono, mascherando questa natura dietro a tanta gentilezza e affetto?

No, non l’ aveva mai nemmeno sospettato, ma ora ne era sicura.

Alessia trascorse l’ intera giornata a pensare ad ogni regalo, ogni appuntamento, ogni singola frase d’ amore ed iniziò a disgustarsi di quanto falso potesse essere quell’ uomo. Tutte quelle attenzioni non erano fatte col cuore, ma mosse da stratega per abbindolarla. Un gigantesco specchio per le allodole per tenerla buona e non farle sospettare nulla.

I viaggi di lavoro, la serata con gli amici, gli straordinari in ufficio e la palestra.

Già, la palestra che non aveva voluto cambiare, anche se con la convivenza si erano trasferiti dalla parte opposta della città.

“Vado lì da anni, tesoro. Mi dispiacerebbe lasciarla” disse a suo tempo.

E ora Alessia aveva finalmente compreso il perché. Era stato tutto un gigantesco imbroglio.

Marco rincasò la sera tardi e Alessia lo aspettava in cucina, china sul lavabo per dargli le spalle.

Non intendeva assolutamente far finta di niente, né cercare di coglierlo in fallo: lei non era bugiarda come lui.

Gli disse che sapeva tutto e che lo voleva fuori di casa e dalla sua vita. Ovviamente lui negò, arrivando a piangere. Le sue parole erano insopportabili. Alessia ne era disgustata e sempre più furiosa.

“Ti amo, tesoro” disse Marco, tentando di abbracciarla.

Era troppo.

Fu un attimo. Afferrò la caffettiera nel lavabo, si girò di scatto e, gridando “Basta!”, lo colpì.

Marco cadde a terra e lì rimase immobile.

Alessia lo fissò, vide che non respirava, non si muoveva, poi del sangue scorre sul pavimento. Aveva colpito la tempia. Marco era morto.

Passarono ore e lei era ancora bloccata, inorridita, ma ripeteva a se stessa che lui se lo meritava.

D’ un tratto le vibrò il cellulare, era un messaggio di Sara.

“Ale, Gianni, mi ha spiegato tutto. Lui e Marco erano andati insieme in profumeria, perché voleva prenderti la fragranza che ami tanto. Voleva che la usassi al matrimonio. Ti vuole sposare! Lavorava tanto per affrontare le spese. E noi che pensavamo male, poverino. Leggi subito, prima di fare una scenata quando rientra, e dimmi come te l’ ha chiesto. Ciao”

Alessia cadde sulle ginocchia, e scoppiò a piangere.




2 Commenti

  1. Storia perfetta per un racconto breve. Colpo di scena finale, ben preparato nel corso dell’intera narrazione. La prima parte però non è perfettamente centrata, non colpisce fin da subito il cuore della vicenda. I sentimenti della protagonista inoltre sono troppo raccontati, quando invece dovrebbero essere le sue azioni (anche molto semplici, ma in qualche modo diverse dal solito) a rivelarli al lettore. Altrimenti si corre il rischio di limitarne l’impatto.

  2. Titolo efficace e altrettanto l’escalation degli stati d’animo che fa da sottofondo ai due colpi di scena: l’omicidio e la scoperta finale. Il ritmo incalzante invoglia alla lettura. Scorrevole, suggestivo.

Lascia un commento