17 – Era bello tornare a casa

25 Gen di editor

17 – Era bello tornare a casa

Era bello tornare a casa dopo che la mia anima aveva stancamente vagato senza trovare luce.
Avevo visto la mia anima lasciare il mio corpo e guardandomi dall’alto avevo provato una grande pace.
Ma com’ero morta?:suicidandomi.
Povera d’amore avevo attaccato una corda al lampadario, avevo dato un calcio alla sedia che mi sorreggeva e dopo un piccolo rumore avevo visto il buio.
~Non sarei mancata a nessuno~ mi ripetevo senza sosta, finché non me ne sono convinta.
Quella stessa sera seduta nel silenzio della mia nuova vita da fantasma avevo visto una donna avvicinarsi a me, in totale silenzio mi siede accanto, non sono convinta che possa vedermi ma si volta e mi guarda.
Restiamo in silenzio fino al suo sussurrare “hai fatto piangere tante persone con il tuo gesto”, rimango basita, “scusa?” chiedo, “sei stata egoista, non sei stata capace di vedere aldilà di te stessa, non ti meritavi l’amore di cui eri circondata” mi dice in modo duro, resto in silenzio senza parole, come se avessi preso uno schiaffo in faccia.
La donna mi prende la mano e mi porta in casa mia, sul letto un mare di bigliettini e disegni coprono l’intera superficie. “Leggili tutti,” mi ordina, mi siedo e prendo il primo:
Elena: -Due grandi occhi nocciola che ti guardano con l’interesse vero di chi realmente vuole sapere come stai, se può esserti utile, ma a volte non dice nulla . Aspetta e osserva.
Una persona che per sua natura vive di pancia ma che sta trovando un equilibrio tra la voglia di continuare a fare il trapezista e il cominciare a fermarsi un po’-; “cosa sono?” Chiedo con le lacrime agli occhi, “il giorno che ti sei uccisa sarebbe stato il tuo compleanno, tutte le persone a te care ti avevano preparato una sorpresa rispondendo alla domanda “chi è Giulia?”, le lacrime mi rigano il viso, “vai avanti” mi ordina, prendo un altro biglietto
Francesca: -Una persona buona, sincera una buona amica; non ti giudica, simpatica e divertente: dura come la roccia ma fragile come un cristallo-

Un altro ancora di Samantha: -la mia polpetta del cuore –

Sharon: -tu sei tutto-

Emily: -la mia seconda mamma, la mia migliore amica-

Martina:-una persona segnata ma dal cuore grande-

Germana: -Grande grande Giulia!!! Una donna con una grande valigia piena di vestiti colorati che rischia a volte di indossarne uno solo sgualcito e con tanti buchi dimenticando di averne tanti e tutti che le stanno alla perfezione basterebbe aprire la valigia-

Consuelo: -personalmente la vedo come un essere puro come l’anima di una bimba.
È una persona speciale perché si emoziona.
É autoironica, allegra, divertente e sa ascoltare con molta attenzione e questa è una qualità rare da trovare, credo che quasi nessuno lo sappia fare mentre lei ..tutto questo la rende molto preziosa-

Sara: Una donna forte, ma anche fragile.
A volte fa fatica a tirare fuori questa forza nascosta tra stanchezza, responsabilità, impegni ed emotività !
Una donna che ha il desiderio di essere accolta per come è, contro tutta questa forza e questa fragilità!-
Mio dio cosa avevo fatto, come avevo potuto non accorgermi di tutto ciò che avevo? Come avevo potuto far soffrire tutte queste persone che mi amavano?. Il buio quando ero in vita regnava nel mio cervello, stavo male, mi sentivo talmente male da avere la vista annebbiata e sentire una solitudine che non esisteva realmente ma di cui ero convinta.
Ero malata, la mia anima lo era.
“Voglio tornare indietro” dico singhiozzando, lei sogghigna scuotendo la testa: “siete tutti uguali voi, non capite cosa avete finché non vi viene tolto, la vita non funziona così, bisogna assaporarla e dare peso alle altre persone, ormai è tardi, la vita è un lusso che arriva una volta soltanto” Come avevo potuto preferire questo?, condannata a vagare per l’eternità non mi sarei mai perdonata per tutto questo.
Ci riprovo quindi, magari il tempo gira al contrario, prendo frettolosamente la corda e me la infilo al collo, salgo sulla sedia, ma prima un ultima domanda:
“Come ti chiami?” chiedo alla donna, “Vita” mi dice tristemente

Vita mi prende le mani, mi tira giù dalla sedia e mi abbraccia in segno di perdono.
Un applauso risuona per tutto il teatro, la gente si alza in piedi e il sipario si chiude dopo il nostro inchino!


Era stato uno spettacolo meraviglioso


Valutazioni Giuria

17 – Era bello tornare a casa – Valutazione: 24

Giud.1:
La trama è interessante. Il finale inaspettato e piacevole.

Giud.2:
tema inusuale, descrizione del suicidio molto accurata. mi è piaciuta l’immagine dei bigliettini con le descrizioni delle altre donne. lascia molte emozioni e spunti di riflessione al lettore. finale molto apprezzato.

Giud.3:
Non si possono usare consecutivamente”?” e “:” , “non sarei mancata a nessuno” va sostituito con “non mancherò a nessuno”, tempi verbali incoerenti, maiuscole dimenticate, un ultima senza apostrofo.

Giud.4:
Tema trattato male, sia dal punto di vista del contenuto, sia da quello formale.