16 – Non è successo niente
Ci fu un lungo silenzio rotto solo da un sonoro “paf”. La mano tozza e irsuta dell’uomo si era abbattuta con forza sulla nuda, bianca latte, natica di lei. Un piccolo gemito di dolore, misto al piacere, era uscito dalla bocca della ragazza. L’uomo aveva continuato a penetrarla con foga, alternando il ritmo delle penetrazioni con quei sonori schiaffoni. I corpi sudati, stretti nell’angusto abitacolo della macchina di lui, facevano fatica a muoversi e solo l’agilità e l’esperienza di certe situazioni della ragazza permetteva quell’amplesso selvaggio. Il ritmo impresso dall’uomo iniziò ad aumentare, la donna capì cosa stava per succedere e con un rapido guizzo lo fece uscire dal proprio corpo e gli dette il piacere finale con la bocca. <<Ti amo, Maria. >> disse l’uomo mentre ancora si contorceva nell’orgasmo. La ragazza lo guardò di sottecchi mentre si ripuliva la bocca. <<Antonio, lo sai che non lo devi dire. Questo non è amore, è solo sesso…a pagamento.>> allungando la mano nella muta richiesta dei soldi per la sua prestazione. L’uomo con lo sguardo improvvisamente triste, prese il portafogli ed estrasse le banconote. <<Adesso fai il bravo e riportami al mio posto di lavoro. Ivan sarà agitato a non vedermi tornare.>> la ragazza gli ricordò implicitamente il suo fidanzato/protettore: un brutale albanese con cui era meglio non avere attriti. Lei lo sapeva meglio di tutti, i lividi e le cicatrici sparsi sul suo giovane corpo spiegavano meglio che a parole come era la vita con quell’uomo. Antonio si rivestì velocemente, in silenzio, accese la macchina e ingranò la marcia, guardando per un attimo la ragazza prima di partire. Fecero il breve percorso, da quel sentiero nascosto al luogo dove la ragazza si prostituiva, immersi ognuno nei propri pensieri. Al loro arrivo il protettore, che girava in tondo come un animale in gabbia, si avvicinò proprio mentre la ragazza stava scendendo dal mezzo. Con uno strattone rabbioso la fece cadere a terra, insultandola (almeno, Antonio la interpretò così perché non comprendeva l’albanese ma riconosceva l’atteggiamento sprezzante e volgare) pesantemente per il ritardo e per la perdita di un potenziale cliente. Antonio sbigottito da quella gratuita violenza fece per scendere dalla macchina ma la ragazza, nonostante la paura per il suo aguzzino, lo fermò. <<Non ti preoccupare. Vai a casa.>> L’albanese in modo molto aggressivo lo apostrofò. <<Sì. Vai a casa che ti conviene.>> Antonio guardando, attraverso gli occhi umidi di lacrime, ora lei ora lui, fece cenno di sì e si avviò verso casa.
Le lacrime scorrevano calde sulle sue gote imporporate dall’ emozione di quello che aveva appena vissuto.
Parcheggiò con l’animo tormentato dai sensi di colpa e dalla vergogna di essere scappato in quel modo, lasciando quella povera ragazza al suo infame destino. Si asciugò il viso, si sistemò per bene i vestiti, rassettò i capelli scombinati nel rapporto sessuale appena consumato ed entrò in casa sorridendo alla moglie e ai figli. <<Ciao, papà. Come è andata la tua giornata?>> chiese il settenne figlio minore. <<Ciao, Luigi. È stata una giornata molto tranquilla.>> rispose, falsamente, l’uomo. <<Non è successo niente.>>
Valutazioni Giuria
16 – Non è successo niente – Valutazione: 20 Giud.1: Sentimenti espressi pienamente. Le scene sono raccontate con estrema emotività. Giud.2: incipit è molto “strano”. descrizioni minuziose, forse fin troppo, finale scontato. Giud.3: Il silenzio dell’incipit è poco realista data la situazione. Scrittura imprecisa. Il finale porta a compatire più il cliente della prostituta. Giud.4: Apprezzo il coraggio nella narrazione ed un finale crudo, realistico e non moraleggiante. A volte i fatti sono poco realistici. |