4 – UN PICCOLO INCIDENTE NEL SALOTTO DI FRANZ
Ci fu un lungo silenzio rotto solo da insistenti e ritmati colpi alla porta. Ta ta-ta-ta-ta-ta ta-ta. Franz sobbalzò, uscendo dallo stato quasi catatonico in cui era piombato negli ultimi tre minuti, dopo quello che gli si sarebbe impresso nella mente come ˝l’incidente˝. Fece vagare lo sguardo per il salotto e represse a stento un conato di vomito.
Occristo, pensò, Dio mio!
I colpi alla porta continuavano. Aveva riconosciuto il modo di bussare, solo uno usava ancora quell’antiquata cadenza al posto di un innocuo toc-toc: Dreyfuss, il suo dirimpettaio. Sapeva che non avrebbe smesso finché la porta non fosse stata aperta o non fosse riuscito a buttarla giù. Ancora intontito decise che la prima opzione fosse la più pratica, andò ad aprire ed eccolo lì, Drey, con la sua barbetta rossa, la lattina di Bud in mano e la vocina da eunuco: «Ehi amico, ho sentito un botto gigante. Hai fatto esplodere un paio di petardi nella vasca da bagno? Mamma mia che faccia, tieni, fatti un sorso.»
Franz obbedì meccanicamente. Nella lattina era rimasto davvero solo un sorso. Caldo, per di più.
Dreyfuss continuava a far andare la bocca: «Ci hai dato sotto, eh? Hai ancora quell’erba favolosa, scommetto. Ce ne facciamo una? Io porto le birre. Che dici?»
Franz riuscì a parlare. Gli sembravano secoli che non lo faceva e la voce gli uscì roca: «È… è successo… un incidente.»
«Incidente? Dove, come. Fammi entrare, così mi spieghi.»
Il padrone di casa si scostò facendolo passare mentre rispondeva: «In salotto…»
«In salotto? Ma che… Fammi vedere, va.»
«No no… non anda…»
Ma Dreyfuss era già arrivato sulla porta della stanza. Buttò un’occhiata all’interno e perse tutta la sua baldanza. La birra gli tornò su all’istante. Vomitò sul parquet, che avrebbe conservato per sempre la macchia di acido.
«Cazzo!» disse con gli occhi fuori dalle orbite dopo aver rigettato tutte le quattro Bud bevute nell’ultima mezz’ora. Con gambe molli raggiunse l’amico che era rimasto in corridoio: «Ma che… CHE CAZZO HAI COMBINATO?»
«È stato un incidente.»
«Quel macello tu lo chiami… Ma mi vuoi… E no, eh! Ciao ciao, carino, io non ho visto niente. Niente di niente. Ci siamo capiti?»
Franz gli artigliò un braccio: «Aiutami.»
Dreyfuss lo guardò come si guarda un pazzo: «Aiutarti? A fare cosa? Lo sai che non è il mio aiuto che ti serve, in questo momento. Lo sai, vero? Te ne rendi conto, sì, o sei talmente fuori che non hai visto bene quello che c’è di là?»
Franz non lo lasciava: «Puliamo… Mettiamo in ordine…»
Dreyfuss si concesse una breve risata isterica: «Per chi mi hai preso, per mister Wolf? Ti sembro uno che risolve i problemi? Mi fai male al braccio.»
L’altro non accennò a mollare la presa: «Ti prego.»
«Ascoltami, amico, ascoltami attentamente. Non c’è niente che tu o io possiamo fare, ormai. E quando dico niente intendo dire niente. Nada, rien, nothing. Lo capisci?»
Franz piagnucolò: «Non è vero. Possiamo pulire, mettere a posto…»
«Pulire? Ci vorrebbero una fiamma ossidrica e un anno di tempo per scrostare dai muri tutto quel… quel…» Al pensiero lo stomaco gli balzò in gola, di nuovo. Ruttò una bolla acre.
«… e noi non abbiamo né l’una né l’altro. No no, io me ne torno nella mia tana. Non so niente, non ho visto niente. Neanche ti conosco, se qualcuno me lo verrà a chiedere. Mi dispiace, fratello, ma se tu sei fottuto io non ho nessuna intenzione di fare la stessa fine.»
Franz lo lasciò andare: «Sei uno stronzo.»
«Uno stronzo vivo, però. Adios y buena suerte.»
Rientrò nel suo appartamento e sbarrò la porta con tre chiavistelli. Come se potessero servire ad arginare la punizione, quando arriverà, pensò Franz.
Poi, rassegnato e incapace di fare altro andò in cucina e si sedette al tavolo, la testa tra le mani, a piangere e aspettare il castigo, inevitabile conseguenza dell’incidente.
FINE
Valutazioni Giuria
4 – UN PICCOLO INCIDENTE NEL SALOTTO DI FRANZ – Valutazione: 20 Giud.1: Linguaggio chiaro e lineare. Suspance fino alla fine … poi? Giud.2: carina l’idea di base, c’è molta suspance. lascia troppe domande al lettore alla fine. c’è un omicidio o un incidente? Giud.3: Corretto e fluido. Ma senza nemmeno un accenno di conclusione. Un conto è un finale aperto, ma così la curiosità del lettore resta del tutto inappagata Giud.4: il racconto ha un buon ritmo, ma anche un grave problema. |