23 – Grappa di lichene

28 Dic di editor

23 – Grappa di lichene

Iniziavano i primi freddi eppure Babbo Natale sembrava aver perso il solito entusiasmo.

“Babbo Natale, che succede?”.

“Sono stanco Fix. Non mi va più di lavorare.”

“Perché? Il nostro è un lavoro bellissimo!” rispose Fix, l’Elfo Anziano.

“Lo è per te Fix. Tu presto andrai in pensione, io invece dovrò portare per sempre regali a bambini che, ormai, non credono più in me”.

Babbo Natale aveva ragione. Molti bambini avevano smesso di credere in lui e, chi lo faceva, sosteneva che Mr Amazon fosse migliore. Lui consegnava pacchi tutto l’anno ed era anche capace di suonare il campanello. Non si incastrava nel camino e non obbligava i bambini ad andare a letto presto.

“Non c’è rimedio Fix! Tanto vale che io vada in vacanza. Ai Caraibi è sempre estate e potrei sorseggiare Mojito sulla spiaggia. Sono stufo della solita grappa di lichene!”.

“No Babbo! Non c’è tempo. Dobbiamo incartare i regali, allenare le renne per il giro del mondo, e aggiornare il Registro!”.

“Quale Registro?”.

Babbo Natale era così ubriaco da non ricordare il Registro Dei Bambini dove, ogni anno, si riportavano i nomi dei nuovi nati e si eliminavano quelli dei bambini diventati adulti.

“Babbo Natale, ma dove vai? Hai bevuto troppa grappa di lichene. Non puoi guidare la slitta! Babbo!”

Troppo tardi. Le renne, estasiate all’idea di un viaggio fuori stagione, si alzarono in volo. Dopo otto minuti e ottantasei secondi, Babbo Natale parcheggiò la slitta all’ombra delle palme in prossimità di una spiaggia bianca. Liberò le renne, tolse il cappotto e, con i boxer felpati, ricevuti in dono da Lady Befana, si tuffò in acqua. Le renne fecero lo stesso anche se, invero, avrebbero preferito ruzzolare nella neve.

Fix, rimasto solo, convocò gli altri Elfi con urgenza.

“Babbo Natale se ne è andato e spetta a noi salvare il Natale!”

“E come? Senza slitta e senza renne!”

Fix non si fece prendere dal panico.

“Elo, Glu, voi siete i più forti. Costruite una nuova slitta! Miu e Calen, andate a cercare altre renne. Trass, tu che sei il più preciso, inizia a compilare il Registro”.

“E tu che fai Fix?”.

“Io scrivo subito una lettera a Lady Befana per chiedere aiuto!”.

Mentre gli Elfi si dividevano i compiti, dall’altra parte del mondo Babbo Natale si crogiolava al sole indisturbato, o almeno così credeva.

“Ma tu sei Babbo Natale! Allora esisti davvero!” Disse un bimbo.

“Sì, è lui – rispose la sorellina – e là, sotto alle palme, c’è la sua slitta!”

In men che non si dica la spiaggia si riempì di bambini. Alcuni finsero di guidare la slitta, altri invece ne controllarono l’interno sperando di trovare dei regali. Qualche bimbo cercò di cavalcare le renne e qualche altro rimase immobile accanto a Babbo Natale con la bocca spalancata per lo stupore. Il più audace di quella combriccola gli si avvicinò e gli tirò la barba per annusarla: profumava di zucchero filato.

“Ehi, stai attento!” esclamò Babbo Natale. La sua voce però non era arrabbiata, era commossa.

“Piangi perché ti ho fatto male? – chiese il bambino audace – Scusami Babbo Natale”.

“No. Tu e i tuoi amici mi avete fatto solo tanto bene. A Natale vi porterò regali bellissimi!”.

Il bambino audace ringraziò Babbo Natale con un abbraccio affettuoso e, poco dopo, gli altri bambini fecero lo stesso.

Ai Caraibi tutto andava per il meglio, mentre, al contrario, in Lapponia gli Elfi erano disperati.

“Brutte notizie. Lady Befana ha risposto alla mia lettera dicendo che non sa leggere la scrittura degli Elfi” disse Fix con l’aria amareggiata.

“Anche noi abbiamo brutte notizie: le renne scappano appena ci vedono! Non riusciamo ad aprire il Registro e la slitta che abbiamo costruito è scoppiata come una bolla di sapone!”.

Il lavoro degli Elfi era inutile e nessuno era in grado di trovare una soluzione.

“E se chiedessimo aiuto a Mr Amazon?”.

“Non possiamo. Le nostre monete non valgono niente per lui! E poi sarebbe come tradire Babbo Natale!”.

“Non ci resta che dire addio al nostro lavoro!”.

“Ma così ogni bambino sarà triste!”.

“Non abbiamo alternative.”

Una voce famigliare mise fine alla loro delusione.

“Oh Oh Oh”

“Avete sentito?”

“Oh Oh Oh”.

“È la sua voce!”.

Gli Elfi guardarono il cielo e, accompagnata dall’aurora boreale, videro la slitta di Babbo Natale prepararsi all’atterraggio. Il Natale era salvo e ogni bambino, anche quell’anno, sarebbe stato felice.


Valutazioni Giuria

23 – Grappa di lichene – Valutazione: 22

Gaia:
Un racconto grottesco che toglie al re delle fantasie infantili la sua aura magica e fiabesca. Cercare di far sorridere svilendo qualcosa che rasenta la sacralità mi pare una scelta poco felice. I lieto fine e il Babbo Natale “rinsavito” grazie all’affetto dei bimbi caraibici non basta a risollevare le sorti della vicenda. Non convince neppure la polemica, alquanto sterile e un po’ scontata, sullo strapotere di Amazon… Nulla da dire, invece, sulla forma.

Matteo:
Racconto che, nella sua semplicità, è ben scritto e dalla lettura scorrevole. E’ però una strana via di mezzo tra un racconto per bambini e una storia comica per adulti. Dovrebbe scegliere una delle due vie e seguirla con più coerenza.

Paola:
Agli scoccioli di un Natale in cui Mr Amazon l’ha fatta da padrone (e ha dato una gran mano), l’immagine di un Babbo Natale disilluso che poi, anche se attraverso un improbabile viaggio ai Caraibi, si riappropria del valore del suo ruolo è piacevole da figurarsi. Certo, immaginarlo a sorseggiare un mojto forse lo umanizza un po’ troppo e gli toglie, agli occhi dell’adulto, parte della sua magia…. Lo stile è efficace e il racconto ben scritto.

Pietro:
A mio avviso occorre fare una scelta. O questo è un racconto comico, e dunque rimane fino alla fine su Babbo Natale col mojito ai Caraibi; oppure è un racconto per bambini, e dunque segue gli elfi che, assente Babbo Natale per motivi credibili agli occhi di un bambino, devono salvare il Natale.
La prosa è molto buona.