16 – La giostra
Iniziavano i primi freddi, Margaret era sempre più depressa d’altronde come non capirla vivevamo in una topaia che puzzava di marcio col soffitto gocciolante ed accendevamo carta da giornale in un secchio per riscaldarci, era tutto così desolante.
Non avevo un lavoro stabile, dipingevo per le strade di New York ma ciò non bastava per sopravvivere, riuscivo a malapena a racimolare qualche spiccio per comprare del pane ed è per questo che Margaret era costretta a prostituirsi.
Mi sentivo uno straccio! Non accettavo l’idea che mia moglie soggiacesse al volere di luridi porci ma era l’unico modo per sfamare la piccola Amy, nostra figlia.
Era un lampo di luce in una vita buia ormai avevamo toccato il fondo eppure è stata proprio la prostituzione ad accendere un barlume di speranza.
Quel giorno Margaret aveva diversi appuntamenti al che portai Amy con me, per intrattenerla le diedi una tela ed un pennello e da li avevo capito che avesse del talento ma sapevo anche che il talento non sempre era ripagato.
Da quel giorno il passatempo preferito di Amy era diventato la pittura, dipingeva cinque sei tele al giorno ero esterrefatto che una bimba di soli cinque anni era in grado di realizzare dei veri e propri capolavori, aveva uno stile mistico ed astratto ma dalla grande profondità prospettica.
Iniziai a pensare che Amy fosse una bambina prodigio ma allo stesso tempo ero conscio che stavo semplicemente elogiando i lavori di mia figlia.
Nella disperazione mista alla curiosità iniziai a portare con me le tele di Amy per avere un riscontro col pubblico, avevo allestito un piccolo museo a cielo aperto.
Molti dei passanti si soffermavano ad osservare quei lavori, incuriositi ne cercavano il significato ma nessuno andava oltre la curiosità, non vi era offerta, quei pannelli restarono invenduti.
Nei giorni successivi, senza perdermi d’animo, continuavo a portare con me quelle tele, il freddo era sempre più pungente e le strade innevate erano quasi deserte.
Uno, due, tre passanti ma nulla quando ad un tratto: “salve sono il signor Martin Koll curatore d’arte e collaboratore presso il Metropolitan Museum, sono i suoi questi dipinti?”
Gli spiegai tutta la vicenda e rimase molto entusiasta della storia ma soprattutto dello stilismo artistico di quelle tele, mi propose una valorizzazione delle opere che, a suo dire, avrebbe avuto una grande ripercussione in termini di successo oltre che economici.
Questa volta, pensai, la giostra sta girando nel verso giusto!
Tornai velocemente a casa, la porta era socchiusa e la neve impediva alla stessa di chiudersi mentre l’aprivo notai le scarpe di Amy rivolte verso l’alto e lei stesa a terra avvolta in una pozzanghera d’acqua che gorgava dal soffitto.
Quel ticchettio del gocciolio divenne un macigno che mi comprimeva il cuore, Amy non aveva alcuna reazione.
“Amy per l’amor del cielo, Amy! Svegliati!”
Il battito non pulsava, il ticchettio dell’acqua diventava sempre più insistente stavo per impazzire Amy era morta assiderata ed accanto a lei v’era un foglio, bagnato, con su scritto “prenditi cura di lei, tua Margaret”.
La giostra s’era di colpo fermata, questa volta per sempre, le mie uniche ragioni di vita mi avevano abbandonato.
Nel giro di qualche mese, grazie al signor Martin, venne allestita una mostra in onore di Amy al Metropolitan Museum ed i suoi dipinti avevano acquisito un valore smisurato ed io iniziai a vivere nel benessere più assoluto.
Il senso di colpa per aver spinto Margaret a quel gesto estremo e la perdita di Amy erano troppo forti, tali che nessuna cifra avrebbe potuto ripagarli.
Quella giostra in realtà non s’era mai fermata aveva solo portato via con se il calore degli affetti in cambio del freddo benessere economico.
Valutazioni Giuria
16 – La giostra – Valutazione: 13 Gaia: Un racconto nel quale vengono accatastate disgrazie, senza alcun segno di possibile miglioramento, fino alla tragica e incomprensibile conclusione. Irreale la morte della bimba per assideramento (improbabile che sia rimasta sola tanto a lungo una bimba piccola adorata dai genitori!), decisamente inspiegabile la fuga della madre e il facile successo del padre ; impensabile che ai genitori non sia stata attribuita alcuna responsabilità per la morte della figlioletta… La narrazione zoppica e precede faticosamente; la forma ha diverse pecche. Matteo: La vicenda è difficilmente credibile. Il fatto che il protagonista lasci prostituire la moglie invece di cercarsi un lavoro non è verosimile. La moglie inoltre scompare quasi completamente nella parte centrale della storia. Il suo personaggio è evanescente e non ne comprendiamo le motivazioni. La forma è decisamente migliorabile. Paola: La vicenda narrata non è solo triste ma ha anche dei contorni grotteschi. Come è possibile che un marito accetti di far prostituire consapevolmente la moglie per continuare a dipingere e non si pieghi a mettere da parte la propria arte per un lavoro che faccia vivere, se non bene, almeno umanamente la propria famiglia? Come è possibile che un padre, invece di tentare di mandare la figlia in una scuola che la tolga dalla strada e ne potenzi il talento (anche con una borsa di studio) pensi a venderne i quadri? Da ultimo, può una madre lasciare una bambina di 5 anni sola per andarsene? Almeno poteva aspettare il ritorno del marito…. Se Amy ha fatto in tempo a morire assidereta sarà stata sola a lungo! Diversi gli errori di forma Pietro: La storia è ben definita, anche concettualmente (come si legge nelle ultime righe); purtroppo la narrazione non la rispecchia. La voce narrante non è convincente: a volte è partecipe, altre sembra dissociata e crudele. La trama è troppo lunga per essere dispiegata in maniera lineare. Forse sarebbe stato meglio richiamarla dall’interno di una sola scena. |