20 – TUTTO SCORRE

8 Dic di editor

20 – TUTTO SCORRE


Ora lo so: non è sempre vero che le scelte più sagge le compie chi ha i capelli bianchi. Basta osservare la mia famiglia. Mio padre, a 55 anni già completamente ingrigito, ha deciso di lasciare mia madre e si è messo con una di vent’anni più giovane.

Io l’ho presa abbastanza bene. Ovviamente sono molto dispiaciuto per mia madre e cerco di sostenerla e passare quanto più tempo possibile con lei, nonostante abiti fuori casa e lavori nove ore al giorno. Ma mio fratello, che ha diciannove anni (sette meno di me), non riesce ad accettare la separazione.

Il problema è che non ha ancora capito. E’ troppo giovane e crede che certe cose debbano durare per sempre. Invece prima accetti la realtà della vita, che ogni cosa è transitoria, prima inizi a stare meglio e a vivere in pace.

Certo, più facile a dirsi che a farsi. Io stesso ho una sfilza di relazioni finite che mi hanno fatto soffrire terribilmente. Ma ogni volta sto un po’ meno peggio della precedente, vorrà dire qualcosa, no?

Mi volto verso mio fratello, che seduto al tavolo di cucina si sta lamentando del comportamento di nostro padre. Non chiama quasi mai e si fa vedere ancora meno! Sembra che abbia deciso di troncare ogni rapporto non solo con mamma ma anche con noi che siamo i suoi figli!

Io lo guardo e non ribatto, seppur concordi con lui. Ma dargli ragione non farebbe che alimentare le fiamme. “Come va con la scuola?” Cambio argomento. Lui mi fissa come se fossi impazzito. “Come va con la scuola?” ripete, facendomi eco. “E’ questo di cui vuoi parlare?” Scuote la testa, incredulo, i suoi grandi occhi scuri sgranati.

“Non è che ne voglia parlare per forza, ma tra poco avrai gli esami e ho pensato…”

Mi interrompe. “Non è il momento di parlare degli esami! Dobbiamo far ragionare papà e farlo tornare a casa!”

Io taccio. Non comprende, o non vuole comprendere. Papà non tornerà, non in veste di marito almeno.

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Ripenso a Eraclito e al suo Panta rei. Tutto scorre e si trasforma in continuazione. Al liceo non apprezzavo particolarmente lo studio dei filosofi antichi, ma una volta cresciuto mi sono ritrovato a guardare alcuni di loro con occhi diversi.

Non che ci volesse un genio per rendersi conto che Eraclito aveva ragione. Qual era l’altro suo motto? Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume.

Mio fratello si rifiutava di capirlo.

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Mio padre ebbe un infarto, un anno più tardi.

Sopravvisse.

Eppure al suo capezzale non c’era la sua nuova compagna. C’era mia madre. Andò a prendersi cura di lui ogni giorno, finchè non fu dimesso. Ciononostante non tornarono insieme.

Mio fratello continuava a non capire. Ma io comprendevo benissimo.

Alcune cose mutano, ma sarebbe un errore affermare che anche le persone lo fanno. Nella mia esperienza, le persone difficilmente cambiano, nemmeno se lo vogliono fortemente.

A volte mi sento dire che sono troppo giovane per essere già così cinico. Può darsi. Ma, per come la vedo io, sto tentando semplicemente di non complicarmi la vita cullandomi nell’illusione che la realtà possa rimanere la stessa per sempre.

Così sono pronto a qualunque cambiamento.

Panta rei.


4 Commenti

  1. Il racconto scorre bene (è proprio il caso di dirlo), ma rischia di sembrare piatto. Il motivo è che il protagonista appare fermo nelle sue convinzioni dall’inizio alla fine.
    In realtà, se non ho frainteso, egli fa un movimento, impercettibile ma sostanziale, dalle stesse posizioni del fratello al cinismo più rigoroso. E lo fa anche con una certa grazia e coerenza narrative, cercando cioè di convincersi con i pochi mezzi a sua disposizione, materie scolastiche comprese. Per non sprecare questo capitale narrativo, dunque, sarebbe stato opportuno insistere di più su questo aspetto di fragilità (e forse abbassare di qualche anno l’età dei due fratelli).
    La struttura da diario personale è molto efficace, ma in alcuni punti scricchiola a causa del cambio di tempo verbale.

  2. Il racconto ha un inizio un po’ lento e poco incisivo. Una soluzione in tal senso potrebbe (eventualmente) essere quella di iniziare dal ricovero in ospedale del padre e poi tornare indietro. Questo (come anche altre soluzioni) potrebbe dare maggior ritmo.
    Se il rapporto tra i due fratelli (e le differenze tra i due) è rappresentato piuttosto bene, mancano invece i genitori. Cosa porta il padre a tradire la madre? Perché lei gli rimane vicina in ospedale? Come mai in ogni caso non tornano insieme?

  3. Un po’ cinico lo sei, mio caro protagonista, pur non avendo i capelli bianchi. La trama è già vista: il padre che si allontana, la madre sola ma disposta ad accubirlo al posto dell’amante e il dispiacere dei figli. Ad arricchire il testo la dotta citazione da Eraclito e l’abbandono al “panta rei”

  4. Il disincanto la fa un po’ da padrone…. Un racconto un po’ spento, rassegnato. L’incipit rimane un po’ isolato. quasi soltanto un pretesto per dare avvio a un racconto che parla di altro. La mutevolezza della realtà(situazioni, emozioni…) viene descritta come un elemento che sminuisce il valore delle cose. La riflessione circa il fatto che le persone non cambino mai appare contradditorio rispetto al “panta rei” e rende il tutto ancora più desolante… Avrei dato più corpo e risonanza al concetto espresso sul finire: “Così sono pronto a qualunque cambiamento”…
    La forma è corretta ed equilibrata.

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