8 – L’ultima trincea

6 Dic di editor

8 – L’ultima trincea


Ora lo so: non è sempre vero che le scelte più sagge le compie chi ha i capelli bianchi. Quella volta il nostro “barbagrigia” aveva fatto una scelta poco saggia, a differenza degli altri giovani comandanti.

Le altre squadre se ne erano andate da tempo ed eravamo rimasti solo noi a resistere all’avanzata del nemico.

“Il nemico: l’unica altra razza intelligente della Galassia…crudeli, schifosi ripugnanti mostri.

Il primo contatto era avvenuto al centro della galassia ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica” (F. Brown)

Così, adesso eravamo lì, rimasti soli, a tentare di difendere il nostro pianeta.

“Dovevamo andarcene, come tutti gli altri! Non abbiamo una sola possibilità di farcela”

“Hai assolutamente ragione, Zoe amore mio, ma “Barbagrigia” ha deciso diversamente”

“Ma non saggiamente”

Zoe ed io stavamo discutendo da tempo sulla decisone presa, ma nessuno osava contraddire il nostro capitano.

Del resto nella nostra razza le decisioni prese dagli anziani sono ritenute le più sagge.

La scelta non era difficile, scappare e sopravvivere oppure restare e morire: era chiaro a tutti cosa si doveva fare, ma a quanto pare ci sbagliavamo

“Noi restiamo!” Così aveva detto “Barbagrigia”

“Dobbiamo dare all’aviazione due giorni per caricare tutto il materiale e mettere in orbita le astronavi. Se non riusciranno per il nostro pianeta sarà la fine”.

Quasi nessuno era d’accordo: i più volevano riorganizzarsi, attestarsi su altre postazioni, riunirsi agli altri, provare un’altra difesa. Resistere due giorni soli contro il nemico era un’impresa impossibile!

Ma nessuna motivazione fu presa in considerazione. “Barbagrigia” aveva deciso.

Passammo la notte a rinforzare le difese della nostra trincea, coperti di fango, bagnati fradici, avevamo freddo e fame.

Preparammo le nostre armi, contando ogni singola munizione a disposizione. Quelle, a differenza del cibo, non mancavano.

Ci prendemmo del tempo per affidarci agli dei, al nostro Dio e a quello del nostro compagno d’armi, perché davanti alla morte crollavano anche le differenze di religione, che un tempo furono causa di sanguinose guerre.

Poi provammo a riposare, a recuperare un poco le forze.

Vidi il capitano, all’esterno della trincea, solo, che fissava le stelle, di quella notte limpida e fredda.

“A cosa pensi capitano?”

“Per molto tempo abbiamo guardato alle stelle chiedendoci se ci fosse vita lassù. Ora conosciamo la risposta e le stelle fanno più paura!”

Restammo in silenzio per molto tempo. Fu la notte più lunga della mia vita.

Infine arrivò il giorno e con esso l’attacco nemico.

Si lanciarono contro di noi urlando, scatenando un fuoco infernale, usando tutte le armi a loro disposizione.

“Barbagrigia” cadde a metà del primo giorno di combattimenti. Zoe divenne la più alta in grado.

Aveva fatto carriera, anche se non nel modo desiderato.

Al riparo della nostra trincea ci battemmo come belve feroci: per ogni uomo dei nostri che cadeva loro lasciavano sul terreno tre o quattro soldati, o anche di più: avanzavano allo scoperto, incuranti delle loro vite e delle vite dei compagni, pazze macchine di morte!

A metà del secondo giorno accadde l’incredibile!

Apparve una delle nostre astronavi! Erano riuscite a completare il carico ed erano accorsi a tirarci fuori da lì. Anche l’aviazione non si era risparmiata!

Quelli che ancora erano in grado di combattere diedero tempo ai feriti di salire a bordo, poi, coperti anche dal fuoco dell’aviazione, finalmente salimmo anche noi.

“Zoe corri!”

Ormai era rimasta solo lei a terra.

Si voltò e capì subito che non ce l’avrebbe fatta.

Mi mandò un bacio, raccolse dell’esplosivo e corse verso il nemico!

L’astronave chiuse il portellone e partì, ma io lasciai sul terreno un pezzo di me. Piansi.

Ora lo so: non è sempre vero che le scelte più sagge le compie chi ha i capelli bianchi. Però, forse, le scelte sagge a volte sono sbagliate.

Non fu saggio restare la a combattere, ma alla fine fu giusto.

Riuscimmo a salvare il materiale che ci serviva, riunimmo le nostre astronavi a quelle degli altri corpi e in un ultimo disperato assalto riuscimmo a salvare il nostro pianeta e a respingere il nemico!

Quei maledetti alieni.

Quei maledetti Terrestri!

Pensando a F. Brown


5 Commenti

  1. Il racconto si sviluppa molto bene a partire dalla citazione ma tradisce le aspettative con un finale affrettato. Dall’attacco degli umani in poi gli eventi si susseguono senza che il lettore abbia il tempo di processarli e, per compensazione, fioriscono i punti esclamativi.
    Per quanto riguarda la trama, forse il cerchio si sarebbe chiuso meglio se la morte eroica di Zoe fosse toccata a Barbagrigia. In questo modo la scelta di quest’ultimo non solo sarebbe stata più che saggia, ma anche altruistica e pagata a caro prezzo.
    Alcune scene sono molto vivide e di una poesia semplice ed efficace.

  2. La narrazione è spesso troppo frettolosa (forse a causa del numero eccessivo dei temi e degli eventi). I momenti che funzionano meglio sono quelli in cui sono presenti i dialoghi, durante i quali la narrazione riesce a evocare le scene più efficaci.
    Mi sembra che le storie di Barbagrigia e di Zoe facciano a pugni per prevalere una sull’altra. Cercherei di approfondire la seconda, rispetto alla prima che risulta meno fondamentale ai fini del racconto.

  3. La narrazione procede con un ritmo incalzante a metà tra un film di fantascienza e un racconto di trincea. In realtà non è chiaro se la decisione di Barbagrigia sia stata folle o saggia, perché, al di là dei sacrifici umani, la resistenza premia.
    La conclusione tuttavia è un po’ troppo costruita sulla falsariga di un film americano, con l’eroina che si sacrifica.
    Lo stile, nel complesso, è lineare

  4. C’è una sorta di cortocircuito nel contenuto: Barbagrigia fa una scelta “apparentemente” poco saggia, che di fatto, però, si rivela la scelta giusta, quindi …. la più saggia… Forse allora, più che dimostrare che la scelta saggia (agli occhi del popolo) sarebbe stata sbagliata, la decisione di Barbagrigia dimostra che lui era più saggio (=esperto della vita, capace di analizzare correttamente gli eventi e le loro conseguenze…) degli altri, non che non lo fosse per nulla! La sua scelta, lungi dall’essere sbagliata, è stata la più saggia. E allora…. l’incipit è contraddetto!
    La scrittura è semplice, non particolarmente varia, ma corretta. La narrazione scorrevole e abbastanza coinvolgente.

  5. C’è una sorta di cortocircuito nel contenuto: Barbagrigia fa una scelta “apparentemente” poco saggia, che di fatto, però, si rivela la scelta giusta, quindi …. la più saggia… Forse allora, più che dimostrare che la scelta saggia (agli occhi del popolo) sarebbe stata sbagliata, la decisione di Barbagrigia dimostra che lui era più saggio (=esperto della vita, capace di analizzare correttamente gli eventi e le loro conseguenze…) degli altri, non che non lo fosse per nulla! La sua scelta, lungi dall’essere sbagliata, è stata la più saggia. E allora…. l’incipit è contraddetto!
    La scrittura è semplice, non particolarmente varia, ma corretta. La narrazione scorrevole e abbastanza coinvolgente.

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