8 – Messaggio dalle stelle

23 Nov di editor

8 – Messaggio dalle stelle

Ricordo bene: quella giornata iniziò nel migliore dei modi. Fui svegliato da un raggio di sole che filtrava dalle imposte invece che dal fastidioso suono della sveglia.

I lievi rumori provenienti dalla cucina dicevano che mia moglie si stava già prodigando a preparare la colazione.

La raggiunsi, la baciai e la feci accomodare al tavolo; mi sorrise col suo particolare sorriso di cui tutti si innamorano. Tanti si innamorarono, ma fui fortunato, scelse me!

Facemmo colazione insieme. Altra ottima notizia… a causa dei nostri orari non succedeva spesso.

Parlammo spensieratamente della nostra vita, del lavoro, dei figli; il piacere tranquillo e sereno della routine.

Uscii per recarmi al lavoro. L’erba del prato era stata tagliata e il prato ripulito e sistemato: forse qualcuno dei nostri figli stava diventando grande.

In garage l’automobile era stata lavata e l’interno profumava di pulito… decisamente, tutti i nostri figli stavano diventando grandi! Sorrisi a quel pensiero.

La giornata iniziava proprio nel migliore dei modi.

Incredibilmente, il traffico fu scorrevole, decisamente inconsueto per la nostra cittadina, non trovai neppure un semaforo rosso!

Giunsi rapidamente sul posto di lavoro ed ebbi persino il tempo di fare alcune divertenti chiacchere con i colleghi prima di cominciare.

Prendemmo le consegne dal turno che ci precedeva.

Niente da segnalare; tutto procedeva perfettamente. Dopo 55 ore la missione era in linea con i tempi previsti.

L’atmosfera era rilassata e mi concessi di pensare che sarebbe stata una tranquilla giornata lavorativa.

Mi sedetti alla mia postazione e dal controllo preliminare risultò che tutta la strumentazione funzionava perfettamente.

La prima ora passò tranquillamente tra controlli di routine, comunicazioni di servizio e nulla da segnalare, il che era abbastanza insolito, perché anche se il programma era stato controllato e ricontrollato più volte, c’era sempre la possibilità che qualcosa andasse storto.

Decisamente la giornata procedeva nel migliore dei modi.

All’inizio della seconda ora di servizio l’evento si scatenò: accadde ciò che rese quella giornata meravigliosamente iniziata (e anche qualcuna delle seguenti), una delle peggiori giornate che io abbia mai vissuto.

Fummo costretti a reinventare il nostro lavoro, ad affrontare eventi imprevisti con modalità del tutto nuove, bisognava farlo rapidamente e senza sbagliare!

Un singolo, piccolo errore a quel punto poteva essere fatale, poteva costare la perdita di vite umane!

Non potevamo permettercelo, sarebbe stata la fine dei nostri programmi futuri!

Rovinammo la giornata a tante persone, le chiamammo e le facemmo intervenire in nostro aiuto.

Tutti quelli che avevano partecipato alla preparazione della missione furono interpellati e fatti intervenire, senza nessuna eccezione per nessuno!

Mai ci fu così tanta attività nel nostro centro, che pure era sempre attivo e funzionante.

Ricordo bene quel 13 aprile del 1970!

L’evento fu quel messaggio che arrivò dalle stelle:

“Houston, abbiamo un problema!”




3 Commenti

  1. La narrazione non è molto fluida, procede anzi a scatti.
    Il racconto è diviso in due sezioni eccessivamente contrastanti, che andrebbero amalgamate: consiglio quindi di anticipare già nella prima parte alcuni degli elementi che porteranno all’emergenza finale (che in ogni caso andrebbe specificata meglio).
    Buona l’ambientazione familiare della prima parte (ricca di particolari), meno riuscita quella della seconda parte, troppo labile e imprecisa.

  2. Il racconto è un po’ piatto; buona l’idea di creare il contrasto fra la idilliaca tranquillità della giornata e la gravità dell’imprevisto, ma il contesto descritto nella prima porte risulta alquanto irreale nella sua perfezione e, di contro, la gravità dell’imprevisto è descritta senza colore. Forse sarebbe stato efficace introdurre un serrato alternarsi di battute al discorso diretto per significare l’affanno e la tensione crescenti, creando una netta contrapposizione con la pacata narrazione al passato remoto della prima parte. Qua e là alcune ripetizioni che si potevano evitare… (mi SORRISE col suo particolare SORRISO…; senza NESSUNA eccezione per NESSUNO…; tanta ATTIVITA’ nel nostro centro, che pure era sempre ATTIVO…). Un po’ pesante la prima parte, troppo carica di aggettivi e avverbi atti a sottolineare la serenità della giornata.

  3. Testo scorrevole e semplice che descrive in modo lineare la quotidianità: la mattinata, il lavoro. Ma tutto sembra essere troppo tranquillo: questa la sensazione dalla parte di chi legge.
    Interessante la virata in fase terminale con la normalità che scoppia perché qualcosa non ha funzionato.
    La lettura fa presumere ad un certo punto del testo l’imprevisto. Efficace il contrasto tra l’inizio e la fine. Con la tragedia dell’Apollo 13 sullo sfondo. Linguaggio corretto.

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