4 – La paladina

12 Gen di editor

4 – La paladina

Finì per addormentarsi ai piedi del suo drago.

Il quale si sdraiò accanto a lei, la coprì con una delle sue immense ali e restò a vegliarla: lì sarebbe rimasto tutto il tempo necessario.

Erano passati quattro giorni dall’inizio dei combattimenti e finalmente Amberle poteva godersi il meritato riposo.

Erano stati quattro giorni terribili e lunghissimi.

L’esercito invasore era arrivato alle porte della capitale e aveva dato inizio all’assedio.

Le Regine Nere si erano portate tutte le loro forze. Il loro mago supremo, il Necromante, che si presentò davanti alle mura della città con una schiera di terribili creature da lui invocate: coboldi, arpìe, basilischi, chimere e altre creature gigantesche ricomposte da ossa di altri esseri , come solo la mente malata del mago poteva concepire.

Dalla nostra avevamo il Mago Bianco e la sua paladina, la rossa Amberle, in sella al nero drago dalle ali rosse, Vesetnor.

L’unica tra tutti che era riuscita a superare le prove per diventare la custode dei maghi e ora sembrava spaventosamente sola davanti alle forze nemiche.

I combattimenti iniziarono subito.

Le Regine Nere scatenarono il loro esercito di Orchi, Troll e Drow contro le mura della città, difese dalla nostra alleanza di umani, nani ed elfi.

Il Necromante e il Mago Bianco si innalzarono al di sopra della città, si isolarono in una bolla di chissà quale magica materia e lì combatterono la loro battaglia a colpi di magia, anche se a guardarli erano completamente immobili, circondati da continui lampi di luce dai più incredibili colori.

Amberle combatteva contro le terribili creature necromantiche; solo lei poteva ucciderle, grazie alla sua spada magica ricevuta dal suo mago.

La spada di Amberle e il fuoco di Vesetnor erano l’unica difesa per il Mago Bianco.

Al sopraggiungere della sera l’esercito nemico si ritirò, per riposare, recuperare le forze e riorganizzarsi.

Sembrò che anche il Mago Bianco e il Necromante si prendessero un momento di pausa.

Le luci diminuirono di intensità e poi mancarono del tutto.

Ma Amberle combatteva contro un nemico che non necessitava di riposo.

Un esercito di mostri instancabili, che uno alla volta, si lanciavano all’attacco nel tentativo di colpire il Mago Bianco.

Un nemico che Amberle affrontava e sconfiggeva egualmente instancabile.

Andò avanti così per tre giorni.

Tre giorni di sangue e morte, di fuoco e magia.

Tre giorni in cui si alternavano momenti di disperazione quando sembrava che il nemico stesse per fare breccia nelle mura, a momenti di euforia, quando il nemico si ritirava, a quando una creatura demoniaca crollava a terra.

Tre giorni e tre notti infiniti per Amberle.

A metà del quarto giorno successe qualcosa di incomprensibile.

Amberle con un gesto improvviso ed assolutamente inaspettato scagliò la sua spada verso il Mago Bianco.

Si pensò al tradimento, si pensò che il Necromante fosse riuscito a penetrare in Amberle e a guidare la sua mano.

La spada si dissolse a pochi centimetri dalla testa del mago.

Improvvisamente una luce di un nero assoluto nascose ai nostri occhi il duello magico

Un lungo istante dopo il Mago Bianco si stagliava sulla torre più alta della città e stringeva nella sinistra la spada di Amberle e nella destra la testa del necromante!

A quella vista l’esercito nemico cadde nel panico e si ritirò definitivamente.

Vesetnor riportò una stremata Amberle a terra.

Tutti le andammo incontro per renderle onore, ma lei stremata finì per addormentarsi ai piedi del suo drago.


Valutazioni Giuria

4 – La paladina – Valutazione: 23

Giud.1:
Racconto fantastico ben descritto con un linguaggio scorrevole e piacevole. Le frasi brevi sono esaustive.

Giud.2:
la fantasia degli eventi rende il racconto leggibile. Buon vocabolario e sintassi. Apprezzato l’uso di frasi brevi

Giud.3:
Caotico, confusionario, scrittura povera di spunti, periodi incompleti, intreccio inesistente.

Giud.4:
La storia fantasiosa merita una descrizione meno didascalica. Là dove ci si aspetterebbe di essere trasportati sensorialmente in una battaglia favolosa, il lettore rimane solo a snocciolare una cronaca di eventi, sottolineati oltretutto da un discutibile spezzamento dei periodi. Peccato. Ad esempio “Tre giorni di sangue e morte, di fuoco e magia.” non dovrebbe esser detto, ma fatto vivere. “Necromante” sarebbe “Negromante”, “ricomposte da” sarebbe “ricomposte con”. Apprezzabile che all’incipit sia stato dato un senso e non abbandonato, il primo periodo però non dovrebbe essere separato dal successivo.