27 – Gorgoni
“Ma dove scappi così di corsa, Giorgio? Aspettami, vengo con te.”
“Giorgio, diamine, non ce la faccio più… fer.. ferma…ti!!”
Madida di sudore e senza fiato nonostante il trascorso di sportiva -ormai blando ricordo sepolto dalle vicissitudini dei suoi 52 anni- Susi cercò invano di raggiungere il fratello, ormai sparito tra le vie del quartiere. Il telefono squillava a vuoto seguiti dai messaggi che cadevano a loro volta nel vuoto.
Non trovandolo a casa, fece l’ultima cosa che voleva fare: chiamare Alessia. Alessia fece quello che voleva fare: non rispondere.
I rapporti tra loro due erano ormai scemati in semplici convenevoli; la separazione di Giorgio ed Alessia, affievolì e di molto, la sincera amicizia che si instaurò tra le due, nonostante i quasi 10 anni che le separassero.
Giorgio trovò ospitalità dalla sorella, maggiore di 4 anni, con la quale aveva sempre avuto un buon rapporto. Erano ormai quasi due anni che vivevano insieme e a lei pareva che fosse riuscito a superare il trauma, che le vacanze ai Caraibi pagate ai terapisti, avessero dato gli strumenti a Giorgio per voltare pagina, accettare la vita per quel che dona, anche se a volte doni non appaiono.
Questa serenità d’animo non le fece nemmeno sorgere il dubbio, che parlare della foto di Alessia vista su Facebook in un rifugio di montagna ricoperto di neve, insieme a Matteo, potesse rivelarsi innesto per un fuoco di gelosia, imprevisto ed improvviso.
Erano ormai passate quasi 4 ore senza aver notizie di Giorgio.
E’ strano come l’essere umano tenda a ipotizzare sempre le peggiori sciagure, non appena le cose sfuggano dal “controllo”. Quel che non si può governare, ci angoscia, ci fa palpitare. Cuore in gola e mani sudate ne sono la manifestazione fisica, seguiti da respiri in crescendo, a divenir veri e propri sospiri.
Susi non era da meno. Giorgio nelle quattro ore è stato investito, si è impiccato, ha ucciso l’ex moglie e il suo amico, diventerà alcolista, drogato, misogino, brandirà mazze e coltelli, si butterà sotto un treno.
Giorgio aveva preso all’altezza della Cà Grande, la Martesana, ed aveva iniziato il suo pellegrinaggio tra vent’anni di trascorsi insieme ad Alessia.
Tutti quegli anni ripercorsi più volte durante il suo incedere veloce lungo la ciclabile, cozzavano costantemente in quell’episodio di 4 anni prima, quando nel portare l’auto della moglie a cambiare le gomme per la stagione invernale, trovò negli “indirizzi recenti” del navigatore, l’indirizzo della casa di Matteo, suo amico dai tempi del liceo e diventato amico comune col fidanzarsi con Alessia. Fatto che allora le sembrò strano e che archiviò, ricordando che -in verità molte settimane addietro- erano andati a trovarlo usando l’auto di lei. Ricordò che le sembrò già allora comodo consolarsi e concedere assoluzione, piuttosto che alimentare un dubbio che lo avrebbe divorato.
La Martesana è uno dei navigli che collega Milano con il fiume Adda. via strategica per il commercio dei secoli scorsi. E’ lungo 38,7 km.
Lungo il percorso ci sono delle conche, punto di raccolta di canali di irrigazione secondari.
La conca della Concesa è una conca idraulica alimentata con la tecnica del sifone.
Giorgio arrivò a quel punto che erano ormai le 19.30.
Si sporse a guardare l’acqua che impetuosa formava cicloni simili a Gorgoni, spruzzi e vapori irroravano la zona. Ne fu attratto al punto di salire sul muro formato da blocchi di granito, incasellati perpendicolarmente, stabili per la sola forza di gravità e la loro massa.
La vista annebbiata, la testa pesante… è bastato inclinare il capo in avanti, per cadere mollemente tra le Gorgoni e trovar pace al tormento.
Quell’essere umano, Susi, non si sbagliava.
Valutazioni Giuria
27 – Gorgoni – Valutazione: 18 Gaia: Il filo degli eventi è un po’ intricato: il tutto inizia con la sorella che insegue Giorgio per le vie della città e poi…non lo trova a casa… Interessante la scelta di raccontare la crisi di Giorgio dal punto di vista della sorella, vera protagonista del racconto. Il suicidio è un buon colpo di scena, considerato che il lettore era stato indotto a pensare che il finale catastrofico fosse solo nella mente esageratamente pessimista della sorella. La forma, purtroppo, presenta diversi errori a livello sintattico e numerose ripetizioni. La punteggiatura è da rivedere. Matteo: E’ davvero complicato seguire il filo degli eventi. Diversi piani temporali risultano sovrapposti e difficilmente districabili. L’idea è interessante, ma la struttura ideata e alcuni errori a livello formale ne hanno minato la realizzazione. Paola: L’idea del racconto è buona e interessante ed efficace è l’impiego di un narratore esterno che accompagna il fratelli nel loro peregrinare disperato, l’uno il presa al dramma, l’altra all’angoscia. Tuttavia il continuo cambio di tempi verbali e un uso non del tutto appropriato della punteggiatura non rendono fluida la lettura e penalizzano il testo. Pietro: La voce beffarda e quasi documentaristica del narratore funziona, perché restituisce una visione dell’umanità preda delle sue paure più grandi. Purtroppo la prosa non è sempre scorrevole, tra incertezze nell’uso dei tempi verbali, espressioni di difficile comprensione e virgole tra soggetto e verbo. |