26 – E Se fosse tutto un gigantesco imbroglio?

18 Nov di editor

26 – E Se fosse tutto un gigantesco imbroglio?

E se fosse tutto un gigantesco imbroglio quello che ho visto? Come sempre, svoltare a destra o sinistra non cambia. Ma una volta usciti dal cancello tutte le mattine la scelta ci sospende per qualche secondo. Per una misteriosa casualità la scelta cade solitamente a destra, forse perchè l’angolo successivo è più vicino alla direzione che vogliamo.

Queste uscite leggere hanno una direzione, ma non un percorso predeterminato. L’importante è che la passeggiata non duri più di qualche decina di minuti e ci faccia raggiungere un bar, preferibilmente diverso da quello del giorno prima. La sola aspettativa è quella che il bar disponga del solito quotidiano, locale, e che questo sia libero dalle attenzioni di qualcuno che creda di esserne il proprietario.

Raggiunto l’obbiettivo ed acquisito il giornale inizia lo stesso rituale. Comincia a leggere chi attende che il cappuccio si intiepidisca, mentre chi beve il caffè racconta la giornata che lo attende. Poi le parti si invertono.

I rituali hanno una loro attrattiva e potere di pace. Come le messe, sempre uguali nei tempi e nella modalità. Spesso anche nel contenuto, se non si vuole avere il tempo di conoscerlo. Forse per questo non mi hanno mai convinto le scelte dove tutto viene rimesso sempre in discussione, magari cambiando tutti gli elementi che ci circondano.  Le grandi cose sono come una bellissima grotta. Quanto tempo una goccia dopo l’altra sono dovute cadere per creare quello che l’uomo non sarà mai in grado di riprodurre.

Il quotidiano, per quanto locale, riporta una notizia inaspettatamente meno banale di un pompiere che salva il gatto dall’albero sul quale è salito. Con tutto il rispetto per l’albero.

Apriranno la sede di una nuova banca. Nella zona dove viene citata  questa prossima aperta avevamo già notato quel cantiere, dove era evidente la prossima apertura di una nuova attività. E quel via vai di piccoli artigiani che si succedono mi infonde sempre quel piccolo piacere nel vedere l’economia che si muove. Vedere i furgoncini, che immagino sempre padronali, posteggiati intorno ad un cantiere preferibilmente piccolo mi trasmette la fiducia di una economia viva, quasi contagiosa.

L’articolo era ben scritto e conteneva anche una brevissima intervista ad un manager dell’azienda capofila. Senza indicare contatti precisi, citava la possibilità di nuove assunzioni. Già questa notizia mi piaceva meno. Sentendomi attratto dalla descrizione del milanese imbruttito ho subito pensato a quanto potesse essere anacronistico aprire una banca in un paese pieno di banche dove le stesse fanno a gara per chiudere. Non leggo mai un articolo per più di qualche secondo. Supero raramente il titolo perchè questo sfogliare mi serve solo per sospendere qualche secondo il tempo e le cose. Il ritorno è forse più bello perchè in questa stagione è bastato poco al sole per scaldare la giornata.

Anche oggi svoltiamo a destra ma decidiamo un luogo più lontano. La giornata è piacevole, è ancora presto ed i primi impegni della giornata ci concedono qualche minuto in più per camminare. Anche i rituali hanno i loro imprevisti, dobbiamo essere pronti alla delusione che deriva dal constatare che non tutti i caffe sono buoni allo stesso modo. Ma in fondo a noi piace più il viaggio dello scopo per cui lo facciamo.

Per la seconda volta in due giorni lo stesso articolo. In realtà non esattamente lo stesso. Lo rileggo meglio; è diverso. Si parla sempre di una nuova attività, mi ha tratto in inganno la stessa zona di apertura. Non mi incuriosisce più il contenuto ma come è strutturato l’articolo. Una iniziale descrizione dell’attività ed una breve intervista al presunto responsabile.

Questa volta il mio ritorno è più silenzioso, chiedo però di passare dove ho visto quel cantiere il giorno prima. Rallento per capire quei lavori dove porteranno, mi basterebbe anche solo un’indizio all’interno del quale navigare. Ma…non ho mai visto artigiani con scarpe così pulite, nessuno con la sigaretta in bocca e tutti con il caschetto. Sospendo questo istante insieme al mio sospiro come se riuscissi a congelarlo per fotografare ogni dettaglio…ma un volto si gira e mi sorride. È solo un attimo che rimarrà nella mia mente fino al giornale di domani.




Un commento “26 – E Se fosse tutto un gigantesco imbroglio?

  1. Testo discreto e attuale: significativa la visione della quotidianità. Il senso quasi di desiderare il normale, tipico del periodo storico odierno, fa scattare nell’autore la descrizione di luoghi e visi della metropoli coi suoi riti: che ‘Hanno i loro imprevisti’ e ‘Il viaggio è importante prima dello scopo’. Interessanti alcune riflessioni e intimo il monologo del protagonista perso serenamente fra cantieri e bar.

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