26 – LA PENSILINA
Non potevano essere più diversi di così eppure erano destinati a stare insieme.
Leo adorava il proprio lavoro, era proprietario di un appartamento in centro e, nonostante le parecchie avventure amorose, iniziava a sentire il desiderio di formare una famiglia.
Marika aveva una casa modesta, un lavoro che non le piaceva ed era convinta che non si sarebbe più innamorata.
Leo era alto, adorava i fumetti ed era consapevole del proprio fascino. Esattamente il contrario di Marika che era piccolina, divorava grandi classici e non si rendeva conto della propria bellezza.
Un filo magico li aveva attirati spesso l’uno all’altra per tutta la vita, eppure non si erano mai incontrati. Entrambi erano nati a Masela, avevano frequentato le stesse scuole medie, ma non avevano mai avuto modo di incontrarsi perché assegnati a delle classi collocate in due ali separate dell’istituto. Avevano scelto scuole superiori differenti, ma il Destino aveva deciso che entrambi aspettassero il proprio autobus alla stessa fermata in orari diversi. Avevano modo di stare vicini solo quelle volte in cui il bus di Marika arrivava in ritardo. Ogni volta che ciò accadeva, Leo e Marika avvertivano un sussulto interiore, una vampata di calore che andava a posizionarsi tra lo stomaco e il cuore. Era una sensazione strana che li portava a credere di essere sul punto di vivere un’avventura magica. Ogni volta che avvertivano quella vampata, una forza inconscia li portava a guardarsi intorno. Si cercavano senza saperlo ma, per una questione di attimi, i loro sguardi non si incrociavano mai. Marika tendeva a voltarsi verso il ragazzo più alto quando Leo era di spalle. Se invece era lui a guardare in direzione di Marika, notava solo un gruppo di ragazze che, inconsapevoli, coprivano la fonte di quel mistero.
Per motivi di lavoro lui e per amore lei, una volta cresciuti, lasciarono la città e dimenticarono in fretta le emozioni adolescenziali. Se ne ricordarono solo quando, anni dopo, tornarono a vivere a Masela. Entrambi di nuovo single, guidando in prossimità della vecchia pensilina, avvertirono ancora una volta la vampata di calore tra lo stomaco e il cuore. Nessuno dei due poteva immaginare che ciò accadesse perché entrambi erano in coda allo stesso semaforo.
Quella sensazione iniziò a farsi sentire sempre più di frequente perché Leo e Marika frequentavano la stessa palestra, lo stesso bar e persino lo stesso supermercato. Più passava il tempo, più il Destino si divertiva a farli avvicinare l’uno all’altro, a osservarli mentre si chiedevano il perché di quel sussulto e a farlo svanire immediatamente creando dei diversivi.
Un giorno Marika, stanca di non capire che cosa le stesse accadendo, decise di andare alla vecchia pensilina dell’autobus ad aspettare che si presentasse quella vampata. Sorrise nel notare la scritta “Marika ama Leo” che qualcuno aveva riportato sulla pensilina e si sorprese a pensare che anche lei avrebbe voluto un Leo da amare. Origliando i suoi pensieri, il Destino capì che Marika era di nuovo pronta a innamorarsi e, con il solito filo magico, attirò Leo alla pensilina.
I loro occhi si incrociarono per la prima volta. Il sussulto si fece intenso e la vampata di calore che di solito avvertivano tra lo stomaco e il cuore avvolse i loro corpi in un abbraccio.
“Era una vita che ti aspettavo, lo sai?”.
“Lo so.Ti aspettavo anch’io”.
Valutazioni Giuria
26 – LA PENSILINA – Valutazione: 22 Commento: La storia sembra davvero inverosimile e il ruolo riservato al Destino è un po’ eccessivo ma è più una “favola” che un racconto e la sensazione che genera è piacevole. Anche il ruolo della “pensilina” quasi la umanizza. L’unica stonatura è la scritta: “Marika ama Leo”; non serve. Lo stile è lineare e scorrevole. |