22 – L’ULTIMO SOGNO

14 Gen di editor

22 – L’ULTIMO SOGNO

Finì per addormentarsi…

Ormai non gli importava più nulla.

Dopotutto, se ad uomo togli la famiglia, il suo mondo è distrutto.

A Tom era accaduto proprio questo, pertanto non aveva più interesse a vivere.

Quella fatidica giornata iniziò come molte altre, Tom salutò sua moglie Elena e la figlia Anna.

Trascorse tutto il giorno in ufficio e, una volta finito l’orario lavorativo, pensò a quale buona cena lo attendeva a casa.

Arrivò nel vialetto di casa, posteggiò la macchina e s’incamminò verso l’entrata secondaria dell’abitazione.

Entrato in casa, notò subito il buio e il silenzio che regnavano. Anna era sempre stata euforica nel ricevere il rientro di suo padre e Elena a quell’ ora non si perdeva mai il suo programma preferito alla televisione.

Tom iniziò a cercare in casa, chiamando la moglie e la figlia e accendendo le luci di ogni stanza che controllava, ma non trovò nessuno.

Infine si accorse che la porta principale della casa era aperta.

Il sangue gli si gelò nelle vene, iniziò a sudare freddo e la testa gli si svuotò di colpo. Il terrore era mostruoso, ma Tom riuscì a tornare in sé e, preso il telefono, chiamò la polizia.

La centralinista disse che entro pochi minuti sarebbero arrivate due volanti.

Quei minuti sembrarono un’ eternità.

Arrivata sul posto la polizia iniziò a fare domande , ad esaminare la casa e formulare ipotesi.

Tom non aveva nemici, era un semplice impiegato che non aveva mai pestato i piedi a nessuno e anche il suo passato era immacolato; il che rendeva ancora più difficile spiegare la scomparsa di Elena e Anna.

Inoltre non c’erano né segni di lotta, né di effrazione ed era tutto perfettamente in ordine; moglie e figlia sembravano scomparse nel nulla.

Tom e la polizia controllarono tutta la città per tutta la notte, ma senza ottenere risultati. Il giorno seguente furono interrogati i vicini, si cercarono testimoni, ma nulla.

Allora vennero controllate le telecamere nella zona, ma anche queste non furono in grado di svelare il mistero.

Furono fatti annunci sul web, sui social e in televisione, ed ogni parente, amico e concittadino della sventurata famiglia diede il suo aiuto, tuttavia, nessun risultato fu raggiunto.

I giorni diventarono settimane, le settimane mesi ed infine trascorsero anni senza che Tom riuscì a sapere che fine avesse fatto la sua famiglia.

Ormai la sua disperazione era tale, che era disposto anche ad accettare qualsiasi notizia.

Ma non la ebbe mai.

Dopo anni di ricerche senza risultati, Elena ed Anna rientrarono nella classificazione di “morte presunte”.

Tom era distrutto.

Per aveva una risposta, sacrificò tutto, gli era rimasta solo la macchina, che usava per cercare la moglie e la figlia.

Tuttavia, dopo la dichiarazione di morte presunta della sua famiglia, Tom perse ogni speranza.

Quella sera parcheggiò davanti a quella che era stata casa sua.

Dove la sua vita era finita.

Chiuse tutti i finestrini e iniziò a pensare a quella sera di tanti anni fa.

Infilò un tubo di gomma in quello di scappamento dell’auto e ripensò a quando era entrato in casa, trovandola buia e silenziosa.

Rientrò in macchina, incastrando l’estremità del tubo di gomma nella fessura del finestrino, sigillandone la fessura restante.

Pensò a quando cercò per casa l’amata moglie e l’innocente figlia.

Accese il motore dell’auto.

Si ricordò dell’angoscia provata nel non trovarle.

Il fumo iniziò a riempire l’abitacolo.

Si ricordò quando notò la porta aperta..e le vide. Elena e Anna.

Tom le abbracciò, scoppiando a piangere.

Il fumo si fece sempre più intenso.

Cenarono insieme e poi si sedettero tutti e tre sul divano, per vedere un bel film su Netflix.

Tom sorrise, forse era solo un sogno, o era accaduto davvero? Non gli importava.

Era finalmente con la sua famiglia, niente aveva più importanza.

Chiuse gli occhi, per non abbandonare quel sogno, finì per addormentarsi e non si svegliò mai più.


Valutazioni Giuria

22 – L’ULTIMO SOGNO – Valutazione: 18

Giud.1:
il racconto chiaro e scorrevole, è riuscito a creare quello stato d’ansia che rende bene l’idea e che mette a disagio il lettore

Giud.2:
racconto che suscita molte reazioni nel lettore. Il salto cronologico nella narrazione non l’ho molto aprrezzato. Finale scontato.

Giud.3:
“trascorsero anni senza che Tom riuscì a sapere” . Storia del tutto priva di originalità, scrittura infantile e per niente empatica.

Giud.4:
Il linguaggio povero causa una serie di fastidiose ripetizioni. La scomparsa non ha inizialmente indizi a sostegno : escono due volanti perchè al rientro a casa non trova le donne ad aspettarlo? alcune espressioni sono infelici: “non la ebbe mai”. Angoscia, terrore, disperazione e tragico sollievo vengono raccontate e non fatte vivere.