22 – Punti di vista
“Non potevano essere più diversi di così, più brutti di così e tu ora sei nei guai!” furono le parole che uscirono dalla gola rossa e venata di rabbia di Frank, mentre alitava fuoco improperi sul povero Eric che, se lo avesse saputo prima, sarebbe rimasto a casa.
Eric aveva trovato l’annuncio su Facebook, una ragazza cercava un pittore: lavoro retribuito. Sembrava un sogno, un’offerta pagata con soldi veri, senza proposte di scambio con visibilità né “tanto tu ti diverti”. Aveva risposto al messaggio e la bionda dall’altra parte dello schermo era rimasta solo una fotografia. Quando era stato scelto e dai messaggi erano passati alle telefonate, aveva parlato solo con uomini di mezza età. Nessuno particolarmente gentile o educato, ma è difficile sottrarsi alla tentazione del pagamento, soprattutto se sei uno squattrinato studente d’arte con una borsa di studio in scadenza.
Si era trovato in mano una banconota viola al primo incontro, insieme a un invito (non dire a nessuno cosa stava dipingendo) e qualche minaccia. Lui avrebbe taciuto anche solo con i cinquecento euro, ma le minacce gli fecero venire il dubbio che a quel punto non avrebbe più potuto rinunciare al lavoro.
Gli diedero una foto ad altissima definizione e a grandezza naturale del Ritratto di Paul Guillaume di Modigliani; aveva una settimana di tempo per portarne una copia esatta su tela.
I manifesti delle mostre che erano in città lo illuminarono. Serviva un quadro da sostituire all’originale! Non pensò minimamente di andare dalla polizia. Era forse la sua unica occasione di esporre alla Pinacoteca. Lavorò tantissimo, in modo preciso, studiò le pitture usate, i pennelli e i movimenti del polso dell’originale. Era molto soddisfatto del lavoro. Il committente invece sembrava non apprezzarlo.
Frank dal canto suo, era lì a occuparsi di quelle che per lui erano questioni di secondo piano. Per qualche motivo lo avevano messo a parlare con uno che doveva copiare un disegno brutto di un tizio con un occhio bianco e uno nero e adesso era di fronte a questi due quadri troppo diversi fra loro. Aveva urlato e piegato a pugni le lamiere appoggiate alla parete, così da dare al ragazzino un assaggio di quello che sarebbe successo. Di certo il capo gli avrebbe chiesto di intervenire sul ragazzino. Forse avrebbe dovuto rompergli le dita, magari sparargli, dipendeva da quanto era importante quel quadro per il boss. Non gli interessava, avrebbe fatto quello che gli avrebbero detto di fare, come sempre. Ma finché non riceveva ordini comandava lui, e avrebbe continuato a urlare perché lui era cattivo, grosso e arrabbiato e il ragazzo doveva spaventarsi. Si girò verso il pittore e riconobbe lo sguardo di paura e incredulità per non essere in grado di difendersi. Gli occhi che si sbarrano prima di velarsi di lacrime mentre lui si avvicina e inizia a picchiare. Che soddisfazione! Anche più del pestaggio in sé. Un rumore di freni annunciò l’arrivo del boss.
Barry scese dalla panda verde dell’87. Gli piaceva non dare nell’occhio quando doveva sbrigare questioni urgenti e la Jaguar significava essere fermato a ogni incrocio. Entrando nel capannone si trovò davanti la solita scenetta di Frank. Lui minaccioso che fissava il bersaglio di turno da una parte e una preda pronta a essere sbranata dall’altra. Chissà se il ragazzino era bravo come diceva sua moglie. Si avvicinò alla tela tenendo lo sguardo fisso sul giovane. Era veramente spaventato, Frank doveva esserci andato giù pesante. Guardò il quadro e rimase di sasso. Se non fosse stato per la differenza di materiale non avrebbe capito quale fosse l’originale. Si avvicinò alla tela, poi alla foto e ogni singola pennellata era al suo posto. Sembrava che la foto fosse stata fatta al quadro che aveva davanti. Era molto soddisfatto, ma non era a loro che doveva farlo capire. Ora avrebbero pagato il ragazzo e lui si sarebbe preso il quadro e una volta a casa pure i sorrisi della moglie. Guardò Frank che fece per prendere la pistola. Allora si rivolse a lui col soprannome che gli avevano dato ormai quindici anni fa… chissà se il ragazzo aveva idea di quello che aveva rischiato.
“Guercio, dagli i soldi”.
Frank tentennò, poi prese la busta dall’altra tasca e la diede al pallido artista.
“Bel lavoro ragazzo, ora sparisci…e acqua in bocca”.
Valutazioni Giuria
22 – Punti di vista – Valutazione: 22 Commento: La storia c’è, sia a livello strutturale che a livello concettuale (tutti i personaggi, escluso il boss, hanno un occhio che vede e uno che non vede, come nel Modigliani), ma non è ancora compiuta. Quel che manca è una maggiore attenzione alla realtà e alla plausibilità di tutti i passaggi. Alcuni esempi di stranezze: Frank e il boss che giudicano la copia tanto diversamente (in fondo il Guercio vede male anche la foto dell’originale); il boss che gira in Panda (ci sarà pure una via di mezzo tra questa e una Jaguar); il modo contorto di avvicinare il giovane pittore (perché mai deve essere adescato?); la moglie del boss che conosce uno studentello squattrinato; infine la mossa poco astuta del boss, che vuole regalare un falso Modigliani alla moglie (se non ho capito male), proprio quando l’originale è in mostra in città. |