21 – Viola

6 Gen di editor

21 – Viola

“Non potevano essere più diversi di così”, gli amici dei miei lo ripetevano di continuo quando ero bambino. E la parte sottintesa mi era già chiarissima. Marco, mio fratello, ha cinque anni più di me e ha quel modo di fare che conquista tutti. Adora disegnare, ha sempre con sé un taccuino e una matita. Tutti gli riconoscono un animo d’artista e gli perdonano tante cose. Quest’estate ha girato mezza Europa con lo zaino in spalla mentre io, come sempre, sto trascorrendo le vacanze al lago, con i nostri genitori. La maggior parte del tempo la passo con Luca, Ester, Marta e Sandrone: ci conosciamo fin da bambini anche se ci incontriamo solo in agosto, quando i nostri genitori ci portano qui a Limone del Garda in villeggiatura. Quest’anno l’estate è molto fresca e c’è spesso vento. Non vedevo l’ora di rivedere Marta. Quando mi è venuta incontro, con la pelle abbronzata da un Luglio al mare, i riccioli neri e gli occhi verdi ho capito che mi sentivo pronto per darle quello che ho scritto per lei quest’inverno. Luca pensa che non sia una buona idea. La cosa complicata è trovare un momento solo per noi due. Passiamo tutti e cinque un sacco di tempo sotto i portici, vicino al porticciolo, e perfino lì, a volte, dobbiamo infilare il mento nei nostri kway per proteggerci dagli spruzzi che provengono dal lago. Oggi a sorpresa è arrivato anche Marco. Ci ha raggiunto per un saluto, ma si fermerà solo per stanotte, poi ripartirà per Vienna. Anche oggi fa freddo e pioviggina. Dopocena siamo usciti insieme e abbiamo raggiunto i miei amici. Lui propone di infilarci in un bar a bere una birra ma quando scopre che nessuno di noi ha un euro, non insiste. Così si siede con noi sotto i portici, non c’è un solo turista in giro e i negozietti di souvenir hanno chiuso prima del tempo. Sembra a suo agio, pare che conosca i miei amici da sempre. Parla, racconta, ride e fa ridere tutti. “Forte tuo fratello!”, mi dice Sandrone. A un tratto Marco prende la mano di Marta e finge di saperla leggere. Lei lo lascia fare. Fa un accenno alle sue mani fredde, si toglie la felpa bianca e gliela poggia sulle spalle. Io fingo di non guardare, ma la curiosità mi corrode. Ester sembra infastidita dai suoi modi e chiede a Marta se può riaccompagnarla a casa perché ha freddo. Sandrone coglie la palla al balzo, si leva la felpa e gliela poggia sulle spalle offrendosi di accompagnarla. Ester non sembra convinta, poi accetta e si allontanano. “Posso farti un ritratto un giorno?”, chiede Marco. Marta sorride. Lui le infila la mano nel cappuccio del kway viola, le aggiusta i ricci “Così il tuo viso è ancora più intenso”. Mi sembra che Marta appoggi la testa al suo palmo.

Luca mi dà una gomitata e dice sottovoce, “Andiamo?”. Mi accorgo che li sto fissando a bocca aperta, quindi mi giro verso Luca e rispondo, “Va bene!” che è proprio il contrario di quello che vorrei dire. Ci allontaniamo senza salutarli ma, fingendo di dovermi allacciare le stringhe mi chino a terra e giro la testa verso di loro. C’è buio e sono lontano. Non posso esserne sicuro ma mi sembra di vedere la mano di Marco sotto la maglietta di Marta. Sento il battito che accelera e una dolorosa erezione contro i jeans. Luca mi dice qualcosa che non sento e appena arrivato al portone, mi infilo in casa in fretta. Poi penso che no, è impossibile, Marta non glielo avrebbe mai permesso. È notte fonda quando Marco torna a casa e si infila nel letto vicino al mio. Si accorge che sono sveglio e mi dice qualcosa che mi fa male: “Se non dovessi partire Viola me la farei volentieri!”. Io ho la gola asciutta, vorrei chiedergli cosa era successo tra loro e se davvero aveva infilato la mano sotto la sua maglietta. E invece gli chiedo soltanto, “Perché la chiami Viola?”. Lui scoppia a ridere e mi dice: “Fratellino, lo sai che io non ricordo mai i nomi, è per il Kway”. Stamattina presto Marco è ripartito. L’ho salutato e poi sono sceso al lago. Su una panchina vedo Marta. Ho il cuore in gola. Senza dire nulla mi siedo accanto a lei. Lei non parla, ha occhi enormi che fissano il lago. Nessuno di noi due ha dormito molto. “Ci sono cascata”, dice sottovoce. Con una mano avvicino la sua testa alla mia spalla. Lei mi lascia fare. Poi sussurra, “Tu sei diverso”.


Valutazioni Giuria

21 – Viola – Valutazione: 22

Commento:
La rivalità tra due fratelli per una donna è un tema un po’ scontato. La caratterizzazione dei personaggi è piuttosto efficace, come anche la narrazione della serata con Marco protagonista. Più banale la conclusione. Lo stile è lineare e il racconto è ben scritto.