21 – Racconto d’amore

25 Nov di editor

21 – Racconto d’amore

Ricordo bene: quella giornata iniziò nel migliore dei modi…ma terminò aihmé con un fulmine a ciel sereno, ma non di quelli che ti lasciano a bocca aperta per lo stupore della loro inusuale bellezza, anzi. Sono passati ormai sei anni dalla nostra definitiva separazione. Separazione da te, che sei stato il mio punto di riferimento primo. Ricordo come fosse ieri quella chiamata; mi trovavo in aeroporto, lontana da casa, pronta ad iniziare il mio ultimo giorno di training sugli aerei. Di lì a poco sarei diventata un’assistente di volo certificata. Ero in fibrillazione, finalmente dopo mesi di sforzi e studi estenuanti stavo per raggiungere il mio obiettivo. Ma ecco che poi, in poco meno di un attimo, mi scivola tutto dalle mani. Vorrei però raccontare questo frammento di memoria con un fine di elogio verso la tua persona e non come una catastrofe su cui piangere o rimuginare; inutile farlo, del resto, non potendo cambiare le cose. Questo piccolo sfogo emotivo sarà dedicato alla persona che per me é stata una guida fin dalla nascita, e di cui purtroppo le amare circostanze della vita mi hanno privata prematuramente. Voglio citare un film che ho visto insieme a te qualche anno fa e che mi aveva particolarmente affascinata. A pensarci bene con il senno di poi, sembrava quasi essere il preludio di quello che sarebbe avvenuto in seguito, ma con un finale leggermente diverso. Qualche anno fa mi regalasti il dvd di “Maleficent”, e fin da subito me ne innamorai. Come ben sai, ho sempre amato sin da piccola i cartoni animati della Disney, potevo rimanere imbambolata davanti al televisore per ore ed ore, ammaliata da quei fantastici disegni e da quelle soavi melodie quando ancora l’innocenza e l’inconsapevolezza mi appartenevano. Lo guardai per la prima volta al cinema con un’amica e rimasi piacevolmente soddisfatta nel vedere come la principessa Aurora venisse risvegliata dall’incantesimo della strega, che nel film in realtà poi tanto crudele non era; ammetto di dover tradire la mia “me” bambina, affermando di preferire la versione cinematografica rivisitata in cui Malefica é una fata madrina buona, che ha agito in modo malvagio inizialmente, ma che ha saputo egregiamente riscattarsi durante il corso della storia. Solo il bacio del vero amore poteva spezzare quell’incantesimo ultraterreno, e così fu. Per quanto mi faccia male ammetterlo, per me è lo stesso. Da quando ti ho persa, sono caduta in un baratro talmente profondo da non riuscire più a trovare la luce necessaria per illuminare le mie giornate. Solo tu saresti in grado di risvegliarmi da questo senso di perenne apatia che mi attanaglia. Ebbene, quel giorno stavo rincasando, quando arrivò la notizia: “Dovresti rincasare momentaneamente, nulla di grave ma tua mamma é in ospedale e c’é bisogno del primogenito presente per alcune questioni burocratiche..” Sapevo in cuor mio che qualcosa non andava, ma speravo di sbagliarmi. In effetti di li a pochi mesi t’avrei persa per sempre, ma allora ancora non lo sapevo. Probabilmente agli occhi di molte persone sono solo una ragazza strana e contro cui puntare il dito; del resto, una ragazza così giovane e, a detta di molti, bella, che problemi potrebbe mai avere? La superficialità che alberga in questo mondo mi lascia sempre più attonita, oltre a conferirmi un senso di alienazione e rassegnazione sempre più consistenti. Si pensa molto banalmente di poter giudicare una persona in base ad un paio di atteggiamenti o di tratti visibili, ma nessuno può sapere cosa si celi dietro ad ognuno. Ho imparato in questi ultimi anni a costruirmi un’armatura che porto talmente bene da risultare agli occhi di tutti come un automa; ed ecco così che la mia maschera é diventata la mia stessa prigione. A distanza di sei anni eccomi qui, con la stessa caparbietà, ma con una consapevolezza differente. Ora come ora, se prima i miei sogni potevano riguardare la mia vita amorosa o lavorativa futura, adesso si racchiudono tutti in un unico, seppur impossibile, obiettivo: poterti rivedere. Se esistono entità soprannaturali, spero questa lettera possa raggiungerti e che il prossimo raggio di sole che mi colpirà sarà frutto del tuo amore corrisposto da lassù, mia sola ed unica anima gemella immortale.




3 Commenti

  1. L’evoluzione del racconto risulta particolarmente difficile da seguire.
    Il lettore rischia più volte di perdersi nei meandri della mente della protagonista, che tende a passare rapidamente da un argomento all’altro.
    La qualità della scrittura presenta forti limiti in più di un passaggio.

  2. Un racconto un po’ pesante, che non sfrutta la leggerezza della forma breve. La narrazione procede a fatica, con frasi poco scorrevoli e talvolta un po’ aggrovigliate. Dalla triste dipendenza di una donna adulta nei confronti della madre, si passa a generiche e un po’ banali considerazioni sulla superficialità dilagante, per chiudere nuovamente sulla innaturale simbiosi con figlia-madre che impedisce alla giovane di vivere pienamente la propria vita. Uno stile un po’ povero.

  3. Racconto scorrevole e semplice nella sua tristezza che traspare sin dalle prime righe: la tenerezza della memoria che torna indietro nel tempo ma ricordare può far male.
    Significativa la riflessione verso la fine che esalta la sostanza ammettendo che il mondo si sofferma invece sull’apparenza e mentre il testo approfondisce la società annienta il dolore: così la maschera che la protagonista ha scelto di indossare diventa la sua prigione. La vera lei è dietro le sbarre.
    Ma verso la fine un cenno di speranza come un raggio di sole.

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