2 – Il mietitore

25 Gen di editor

2 – Il mietitore

Era bello tornare a casa dopo aver compiuto il proprio dovere verso la società civile, anche se il mio dovere è uccidere le persone.

Proprio così! Sono autorizzato, pagato, per uccidere le persone: sono un mietitore.

In un mondo che ha definitivamente (o quasi) sconfitto la morte, non si può fare a meno della stessa.

Non si muore più per incidenti o altri eventi avversi; riusciamo a riportare in vita un corpo anche 12 ore dopo la sua morte.

Non si muore più per malattie; le abbiamo sconfitte tutte.

Non si muore più per vecchiaia; possiamo far ringiovanire il nostro corpo come e quando vogliamo.

Però in un mondo dove non si muore è il mondo stesso che rischia di morire.

Il pianeta permette la sopravvivenza solo ad un determinato numero di persone, altrimenti mancano le risorse.

Se nessuno muore si corre il rischio che non si procrei più e questo non va bene, il ricambio generazionale è necessario; persone nuove vuol dire idee nuove, perché il mondo deve progredire.

Per risolvere il problema è stato creato il corpo dei mietitori: non è semplice entrarne a far parte e non è semplice portare avanti il lavoro.

Non è che si può semplicemente camminare per strada e mietere persone come se fossero spighe di grano.

Ci sono regole da seguire, comportamenti da tenere.

Non si possono mietere persone che si conoscono. Che siano parenti, amici o anche persone antipatiche.

Ma non si può neppure mietere a caso, bisogna fare delle scelte.

Per esempio non si può mietere una persona che non ha ancora subito il suo secondo processo di ringiovanimento, a centosessant’anni.

Si deve procedere alla mietitura infliggendo la minore sofferenza possibile e nel modo più veloce, se la persona da mietere ha una predilezione sul modo in cui morire, nei limiti del possibile, bisogna andarle incontro ed esaudire il suo desiderio.

Una volta mietuto il corpo deve essere consegnato ai luoghi di cremazione.

Un corpo incenerito non ha alcuna possibilità di essere riportato in vita.

Ci sono sempre delle eccezioni. Nonostante tutto c’è ancora la criminalità, quindi se si deve mietere per garantire la giustizia e la sicurezza dei cittadini le regole sono meno restrittive.

Non si può eseguire un numero di mietiture basato sulla scelta personale; un mietitore non è un assassino seriale, ma non può neppure essere un “pappamolle”.

Ogni mietitore deve eseguire un numero minimo di interventi, senza superare il numero massimo consentito.

Il lavoro del mietitore è strettamente controllato ed ogni mancanza od inosservanza del regolamento è severamente punito, dall’esclusione dal corpo fino alla mietitura dello stesso mietitore.

Allora il mietitore deve essere sostituito; non possiamo essere in pochi, il nostro è un lavoro impegnativo e spesso si devono fare gli straordinari.

E’ un lavoro faticoso e stressante, ma è bello sapere di essere utili al mondo intero.

Anche se a ben pensarci è incredibile come per permettere la vita eterna all’uomo ci deve essere qualcuno che ne garantisca la morte.


Valutazioni Giuria

2 – Il mietitore – Valutazione: 27

Giud.1:
Racconto con trama fuori dalla normalità. Linguaggio chiaro.

Giud.2:
tema inusuale. bello l’intro. mi è piaciuta la metafora del mietitore. linguaggio chiaro e semplice. bella la scelta della narrazione in 1 persona sing.

Giud.3:
Il problema di come fronteggiare la sovrappopolazione (Malthus o Thanos?!) affrontato in modo personale e non privo di spunti fantasiosi. Qualche imprecisione evitabile.

Giud.4:
Nel primo periodo un errore di consecutio. “Non si possono mietere persone che si conoscono. Che siano parenti, amici o anche persone antipatiche. Ma non si può neppure mietere a caso” Le espressioni sono spesso un po’ misere o addirittura sbagliate, relativamente al concetto che si desiderava esprimere; la punteggiatura imprecisa. Tutto sommato non ci sono gravi errori ed apprezzo la fantasia.