19 – Una famiglia

12 Gen di editor

19 – Una famiglia

Finì per addormentarsi anche Helga, raggiungendo tra le braccia di morfeo le sorelle e il fratellino che già sorridevano sognanti. Sua moglie era lì accanto, con quell’espressione severa e sorridente che anni prima lo aveva incuriosito e poi fatto innamorare. Una famiglia numerosa, cinque figlie e un maschio, ma la piccola Helga Susanne, la primogenita, era rimasta la sua preferita, ma su quello, ovviamente, non aveva mai fatto propaganda. Sorrise anche lui, mentre le accarezzava i capelli biondissimi, ripensando a quanti momenti pieni di felicità e amore avevano vissuto nel mondo che aveva costruito per loro. Quanta gioia gli dava vedere le sue bambine sorridere ai passanti che si fermavano a salutarli, mentre tutti insieme in macchina salivano verso la loro casa in montagna! Gli alleggeriva il cuore vederla ora così serena.

Sua moglie rimboccava le lenzuola agli altri e accarezzava le loro bocche socchiuse. Quando arrivò vicino a loro la baciò sulle labbra prima di lasciare la stanza. Avevano fatto un bel lavoro, anche in quel momento. Non era il loro ampio appartamento nel centro della capitale, né la loro residenza sui monti. Erano in una stanza di cemento, con poche finestre e un arredamento che definire minimale sarebbe un complimento; eppure anche in quella situazione erano riusciti a creare per i loro figli una parvenza di tranquillità. Erano dei bravi bambini, non avevano fatto obiezioni quando la loro mamma aveva detto che era ora di andare a letto.

Pensare che avrebbero potuto essere a teatro insieme, al ristorante o meglio ancora a casa intorno al camino, sdraiati sul loro bel tappeto, e invece erano costretti in quel tugurio per colpa del nemico. Quello che per anni si era affacciato ai loro confini senza riuscire a valicarli, ma che ora con la complicità di un’alleanza di folli era arrivato fino a loro. Erano riusciti a rovinare i suoi sforzi e le sue speranze di un futuro finalmente luminoso e pacifico. La pace per cui avevano combattuto, tutti insieme, per portare finalmente un ordine definitivo e stabile per tutti. Di quel sogno ora non rimanevano che esplosioni e calcinacci a ricoprire le strade che avrebbero dovuto portare il mondo alla forma alla quale era destinato. Il rumore degli spari era cessato, i soldati erano scappati o erano morti nel tentativo di difendere la loro patria? Non c’era modo di saperlo. Si ritrovò nella stanza con sua moglie. Si abbracciarono e lei pianse. Dodici anni di matrimonio, sei figli, la guerra nella loro città da ormai un mese ed era la prima volta che la vedeva piangere. Sentiva il suo profumo mentre la stringeva a sé:

<<Perché ci fanno questo?>> chiese con gli occhi gonfi di lacrime. La voce faticava a uscire dal petto pesante di tristezza. Aveva creduto alle bugie che lui aveva messo in giro. Magda, sua moglie, non era riuscita a distinguere le notizie dalla realtà. Era stato bravo. Non poteva cambiare il mondo, ma era riuscito, manipolando la verità come solo lui sapeva fare, a dare alla sua famiglia qualche giorno di serenità in più.

Nella stanza accanto solo silenzio. I bambini erano nella stessa posizione in cui li avevano lasciati, ma non si sentiva più il suono del loro respiro. Questa volta non era colpa dei cingolati. Baciò la sua consorte e si avvicinò al misero comodino.

Sopra il mobile una scatola vuota da cui fuoriusciva ancora un forte odore di mandorla, dentro il cassetto una P38.

Controllò che la pistola fosse carica, si avvicinò alla moglie tenendo l’arma dietro la schiena. Le baciò la mano e la volse di spalle. Due colpi alla nuca prima di puntare l’arma su di sé. Buio.

Quando i russi arrivarono al bunker dove si nascondevano, quello che trovarono furono sei bambini morti e due corpi carbonizzati. Otto morti in più nel conto delle oltre sessantacinque milioni di vittime di un conflitto mondiale che la follia nazista aveva perpetrato, in gran parte a causa del ministro della propaganda e plenipotenziario della guerra totale Joseph Goebbels.


Valutazioni Giuria

19 – Una famiglia – Valutazione: 24

Giud.1:
la trama del racconto è interessante, i sentimenti dei genitori emergono facilmente, mentre Helga, che apre il racconto, e i suoi fratellini risultani mancanti

Giud.2:


Giud.3:
Trasmette i sentimenti di amarezza, rimpianto, quieta dignità, mancano la rabbia e la disperazione connaturate ad un gesto così estremo.

Giud.4:
Un conto è lasciare intuire e accompagnare il lettore tramite indizi, accenni, metafore, un conto è abbandonare chi legge a trarre le conclusioni che l’autore aveva in mente. L’intreccio è sproporzionato: una grande premessa ed un rapidissimo crollo sul finale.