17 – PICCOLA COMMEDIA DESTRUTTURATA

1 Dic di editor

17 – PICCOLA COMMEDIA DESTRUTTURATA

(in atto unico)





PERSONAGGI:



FELICE padrone

ANTONIA sua moglie

ELIA capraio ed ex professore

MEDICO

OTTAVIA governante

PODESTÁ

GIULIA sua moglie

CUOCO

SERVITORE








SCENA I Sala da pranzo

Felice e il medico




Entra Felice malfermo e lamentoso




F: Tutta colpa della pastiera, che un improperio di mia moglie sul ginocchio buono, mi pareggiò quello fesso, così che nacqui claudicante e mi trovo dinoccolato

M: Che succede signor Felice?

F: Quest’oggi riceviamo sindaco e consorte

M: … all’ora del tè

F: Appunto.

Antonia, mia moglie, s’è fitta in capo che per ben figurare

M: … si faccia la pastiera

F: Predite?

M: Desumo

F: Dianzi la notizia, diedi ordine di portar a vender tutte le uova, imperciocché

M: … s’infuriò, è chiaro.

Ma una cosa da medico non comprendo: un improperio offende l’animo, non un ginocchio

F: Antonia lo sapete è tanto minuta, da dover saltellare per arrivarvi al mento,

M: Appunto.

F: Ma assunse una governante che le fa da fodero e da ombra.

Ora succede che quando la piccoletta insceni un colpo, l’altra lo traduca in compimento

M: Ma no!

F: Proprio così vi dico! E quando Antonia fece il gesto calciando l’aria, Ottavia mi aggiustò il ginocchio

M: La faccenda è seria, grave, insomma critica

F: Uccidetemi!

M: Ippocrate lo vieta

F: Anche di rimanere?

M: No certo

F: Dunque è deciso, rimarrete.


Escono

Un servitore aggiunge due sedie








SCENA II Pollaio

Felice, Elia, Antonia e Ottavia




Ondeggiando come un vascello in tempesta, Felice prese verso il pollaio e sì che mai le sventure vengan sole, Elia gli si unisce in spedizione




F: Non ho mai capito perché abbiate voluto lasciar la cattedra

E: “Il vantaggio della vecchiaia è di fare un uso più ardito della vita1

F: Fatico a comprendere il vostro senso di ardimento, ma spiegatemi piuttosto come muovere a covar una gallina, quando ha appena deposto?

E: “La sottrazione di benevolenza è un castigo che eccita l’emulazione2

F: …sarebbe a dire?

E: Battetela ed avuto il suo timore, farà quanto le mostrerete di fare. Vedete, per ricoverare le capre, prima uso il bastone, poi entro primo nell’ovile

F: Quindi… dovrei mettermi a covare?

E: Precisamente

F: Giammai!


Silenzio e gioco di sguardi


F: Vi giuro che se lo dite a qualcuno…

E: Quello che accade nel pollaio, rimane nel pollaio


Antonia entra nel pollaio con Ottavia: vede Felice in atto di covare


A: Priamo Dardanide!

Almeno gallo, non gallina!


Antonia simula un ceffone, Ottavia lo assesta crollando Felice dalla cova








SCENA III Cucina

Gli stessi più cuoco e servitore




Felice entra barcollante e lamentoso, una mano all’orecchio. Il cuoco è disperato




F: Avete tutti gli ingredienti!

C: Si, ma non si può

F: Ssh per l’amor del cielo, trovate una soluzione!

C: Non è la soluzione che manca, ma il tempo

F: (Ad Elia che misura la cucina a grandi passi) di grazia, fermatevi!

E: UNO – DUE – QUATTRO lasciate fare a me che son professore

F: Lo eravate… e di lettere non di geometria


Elia svuota la credenza di ogni recipiente ed esce

Antonia entra con Ottavia al seguito


A: Ettore massacratore!

Bricchi, ciotole, terrine, barattoli, vasetti, speziali. Tutto m’avete tirato per aria!


Elia rientra con un lungo asse, Antonia s’infuria e fa per tirare un pugno a Felice, che evita Ottavia e chinatosi sulla moglie, le fa una linguaccia. Antonia gli infila un dito nell’occhio.

Trambusto.


C: Basta me ne vado!

A: Guai a te se non vedo la pastiera in tavola!

O: (Grugnisce)

F: Uccidetemi!


Escono

Rimane Elia che confabula col servitore








SCENA IV Sala da pranzo

Tutti




P: (Al pubblico) Carissimi elettori, il ciel vi riservi quanto meritate!

F: (Sottovoce) Appunto…

A: Che magnifico oratore

F: Che ruffiano ciarlatore…

S: Il signor Ippocrate non è arrivato


Felice gli tira uno scappellotto. Vien tolta una sedia


F: Entrino tè e pastiera!


Elia ed il servitore escono e rientrano col lungo asse, su cui son riposti tutti gli ingredienti disgiunti

Il servitore prende a comporre ogni piatto con piccole dosi da ogni recipiente

Antonia si sente mancare e Ottavia tituba se cadere

Nel trambusto, assaggiano.


P: Divino, magnifico!

G: Incomparabile!

M: Per Ippocrate!

S: Non temete, ne avanza…


Antonia si riprende, Ottavia s’ingozza


E: Amor ordinem nescit3

A: Che significa?

F: Che la somma farà il totale, ma gli addendi la differenza


Antonia abbraccia Felice, Ottavia Elia




– Fine –






1Seneca

2Don Bosco

3San Gerolamo: l’amore non conosce ordine










3 Commenti

  1. Lo stile è quello di Goldoni e della Locandiera. Ben architettata la trama, tutta organizzata attorno al tema della pastiera. I personaggi sono caratterizzati e mantengono una loro coerenza. Piacevole l’incedere delle battute, pur se non di immediata lettura. Interessati le citazioni che spaziano da Seneca a Don Bosco.

  2. Molto apprezzata l’idea della forma teatrale.
    Arguta la trama, piacevolissimo lo stile, appropriato il linguaggio, interessanti le citazioni. Il dramma scorre brioso e leggero e si legge volentieri. L’insieme è ben equilibrato.
    Tutto ruota allegramente intorno alla pastiera, indiscussa protagonista del racconto. Molto bene.

  3. Anche se (come viene detto nel titolo) non si tratta di un vero e proprio racconto, ma piuttosto di una breve commedia, non posso fare a meno di evidenziare come la struttura scelta si adatti alla perfezione al tema proposto dall’incipit.
    Ogni passaggio è curato con estrema attenzione e i personaggi sono ben caratterizzati e (devo dire) davvero divertenti.
    Lasciare che Felice venga malmenato dalla cuoca in vece di sua moglie è un vero e proprio colpo di genio.

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