13 – E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?
E se fosse tutto un gigantesco imbroglio?
Una domanda che, probabilmente, da sola, Sveva non si sarebbe mai posta, ma che oggi le trapana in modo insistente il cervello. Un quesito che non la lascia dormire e che mina in modo costante la sua, almeno apparente, tranquillità e normalità.
Perché questo interrogativo le fa così paura al punto da percepire una sensazione di gelo al suo solo avvicinarsi? Perché si sente paralizzata, impietrita dalla sola riflessione circa la sua risposta? Una risposta che lei non può dare con certezza, ma che solo lui le potrebbe offrire.
Dopo tanti mesi, si era di nuovo innamorata. Lo sapeva, ma non lo voleva ammettere, preferiva allontanare la realtà così come aveva scelto di eliminare, anche inconsciamente ed involontariamente, da lei tante cose, ma soprattutto numerose persone.
L’anoressia l’aveva avvinghiata portandola con sé in un vortice dal sapore dolce e dal retrogusto salato, fatto di sole bugie, sotterfugi ed inganni. Una serie di fantasmi contornavano le sue giornate e comportamenti guidandola verso azioni che lei stessa, in prima persona, sapeva fossero folli, ma che però non riusciva a frenare.
Ecco perché quella domanda l’aveva spaventata, al suo solo avvicinarsi, e la stava terrorizzando tutt’ora. La riporta al suo passato più intimo dove lei è stata vittima e carnefice del suo inganno.
Una situazione che l’aveva e l’ha fregita psicologicamente e fisicamente portandola ad avere un corpo che non sente più suo, se si guarda allo specchio, ma che in passato aveva avuto bisogno di mantenere affamato di aria e di mancanze, così come quelle che sentiva nel suo cuore.
Superare la malattia per lei era stata una sfida che pensava di perdere e che in parte l’ha resa sconfitta. La vittoria della guerra aveva lasciato i suoi strascichi. Aveva portato con sé la perdita di battaglie e l’abbandono di persone che amava.
Oggi per Sveva le cose sono diverse. Una vita condotta però in un corpo che non sente come completamente proprio. Una vita che in alcuni attimi sembra svolgersi sulla precarietà di un filo, così come quella di un equilibrista.
Una ripresa esistenziale dettata e rafforzata, almeno in parte, da un incontro tanto casuale quanto importante, che l’ha resa nuovamente capace di parlare, aprirsi e fidarsi.
Adesso quella domanda. Quella atroce domanda: E se fosse solo un inganno?
Per Sveva il quesito cela un doppio senso o meglio, un insieme di variabili.
Inganno. Che tipo di inganno? Imputabile alle nuove relazioni e affetti? Oppure, inganno di sé stessa?
Sono due giorni che non dorme.
È completamente attanagliata dall’interrogativo apparentemente folle quanto concreto che le avevano impiantato nella mente.
Deve fare qualcosa. È consapevole che questa volta non può nascondersi.
Ha paura. Quel sentimento che non percepiva da tempo perché per molti, troppi mesi si era completamente privata della vita e delle emozioni ad essa legati.
Questa volata deve e vuole capire. Un atto per sé stessa. Per il suo futuro.
Come fare?
Cosa fare?
Consapevolezza e paura la guidano. La fanno riflettere.
Nascondersi non ha senso.
È ora di cambiare, crescere, guardare la vita in faccia.
Sveva si veste di coraggio.
Indossa le sneakers, il giubbotto di pelle. Prende la sua compagna di avventura, il suo cane.
Esce di casa. Scende le scale per poi fermarsi. Un balzo al cuore. Il senso di paura le blocca la saliva in gola.
Training autogeno pensa.
Fa un respiro profondo. Niente la ferma. Corre. Da quanto non correva per la strada.
Sente l’energia nel corpo, nel cuore, nell’anima.
È la vera Sveva. La ragazza che ha coraggio. La donna che rischia per la felicità.
Arriva dinnanzi alla casa di Jack. Osserva la rampa di scala. Quei dieci gradini le sembrano uno, nessuno e centomila ostacoli da superare.
Tre possibilità ha dinnanzi. Il limbo del non sapere e la conoscenza che a sua volta dispiega la gioia o la delusione.
Sveva suda freddo, ma non si ferma.
Sale lentamente i gradini. Si attacca alla ringhiera. La fatica dell’anima.
Bussa.
Jack apre.
Lei lo guarda.
Cinque secondi di silenzio.
“Ti amo” sussurra e si gira.
Lui la prende per la mano.
Lei sorride.
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