12 – L’enigma

18 Gen di editor

12 – L’enigma

Ci fu un lungo silenzio rotto solo da un roboante e inatteso (quasi da tutti) frastuono. Il nonno si raddrizzò dalla sua obliquità, dopo aver regalato al raccoglimento della chiesa una sonora scoreggia. Era passato qualche minuto da quando il prete aveva detto “ci sediamo”. Il nonno era rimasto fermo, era già seduto. Da qualche anno ormai l’unica cosa che lo spingeva ad alzarsi dalla sedia era il pendolo in salotto, quando suonava le ventuno e gli indicava che era l’ora di andare a letto.

In chiesa, nel mezzo della funzione, la pernacchia aveva fatto girare un po’ di teste. Molte (quasi tutte) nella sua direzione. Il nonno aveva lo sguardo fisso verso l’altare. Si era accorto delle occhiate e sapeva il motivo. Non si era accorto invece della portata dell’eco perché il nonno era sordo. Riconosceva i segnali che gli mandava il suo corpo anche se ormai non era più in grado di controllarli pienamente. Sapeva di averne fatta una grossa, ma questa era ben al di sopra di qualsiasi sua aspettativa. Se l’avesse fatta da bambino nella camerata della colonia di Igea Marina dove passava le estati con i figli degli altri poveri, avrebbe sicuramente vinto la gara delle scoregge. Ma in chiesa non partì nessun applauso. Quelli intorno a lui, i più vicini, trovarono varie scuse per allontanarsi forse temendo che la pernacchia non fosse uscita sola. Il nonno, con la testa sempre fissa sull’orizzonte limitato dell’altare, vide ombre muoversi ma non fu in grado di associarle a nessuno. Così come non sarebbe riuscito ad associare quell’ombra bianca a un altare, se non fosse stato per il forte odore di incenso a dirgli inequivocabilmente che si trovava in chiesa. Non poteva distinguere neanche l’unica faccia che non lo guardava con un velo di disgusto, quella del Cristo che incombeva crocifisso sopra il prete raccolto in una distratta preghiera. Perché il nonno era praticamente cieco.

Ci furono momenti nella sua vita in cui i suoi sensi erano quasi perfetti. Nuotatore, alpinista e paracadutista per hobby. Una vita da sportivo, alla ricerca dell’avventura, sempre in allenamento perché non amava il pericolo. Studiava e si allenava in modo che il suo corpo potesse affrontare ogni sfida con il dovuto margine di sicurezza. Era bello, alto e muscoloso. Ma quando vide per la prima volta la sua Beatrice, così donna da sembrare solo lei a colori mentre tutto intorno era in bianco e nero, si sentì piccolo piccolo. Per qualche motivo davanti a lei si pensò come un ornitorinco, un animale con ogni organo messo a caso nel posto sbagliato. E arrossì anche lui, per contribuire al colore che dava al mondo quella creatura meravigliosa che sarebbe poi diventata sua moglie.

In chiesa invece, quando l’odore dell’incenso non fu l’unico che il suo naso percepì, non cambiò colore. E non perché si accorse di non aver nessuno intorno, ma proprio perché al nonno che qualcuno sentisse la puzza delle sue scoregge non fregava proprio niente.

Il prete disse qualcosa che lui non capì, per tutti i motivi che abbiamo già elencato. Stava seduto sulla sua sedia, masticando la dentiera fissata male, un passatempo che aveva imparato ad apprezzare. Inizio a tremargli anche la gamba destra mentre una domanda alla quale non riusciva a dare risposta non voleva saperne di farsi quieta. Qualcuno tolse il blocco alle ruote e iniziò a spingerlo verso l’altare. E mentre la macchia verde prendeva sempre più la forma dell’officiante man mano che si avvicinava agli scalini, quella domanda si faceva sempre più prepotente: “Ma perché cazzo continuano a portarmi a messa la domenica?”


Valutazioni Giuria

12 – L’enigma – Valutazione: 19

Giud.1:
Racconto non molto piacevole, divertente a tratti, risulta di non facile lettura.

Giud.2:
racconto che non ha ne capo, ne coda. non mi è parso neanche molto divertente. la scrittura a tratti non rende facile la lettura.

Giud.3:
Niente da dire circa la forma. Mi risulta però sgradevole e perfino offensivo il modo in cui viene rappresentato il declino fisico, la perdita di controllo sui propri sensi e funzioni. Molto amaro e ai miei occhi tristissimo, senza speranza

Giud.4:
divertente, oppure irriverente?