11 – Un concorso
Finì per addormentarsi alle tre del mattino, dopo una lunga notte insonne. Si addormentò in un sonno senza sogni, perché ormai, prima di addormentarsi, il suo pensiero aveva fantasticato tanto sul suo futuro e si era girata e rigirata nel letto facendo e disfacendo progetti per l’avvenire, cercando a volte di sfuggire ad una sottile angoscia che la pervadeva difronte a possibili cambiamenti o fallimenti. Adesso dormiva tranquilla: il volto dalla pelle candida era disteso e le labbra carnose quasi atteggiate ad un sorriso. Almeno una certezza l’aveva: la sveglia avrebbe suonato alle 7,30 precise. Invece no: fu sua madre: ”Luciana, sveglia, sveglia! Mi è preso uno spavento: la sveglia ha suonato e non ti ho sentito alzare” “Ho dormito poco. Adesso mi preparo. Stamattina in Provveditorato espongono i risultati del concorso a cattedre. Devo fare presto”
Luciana si vestì alla svelta: jeans e maglietta e una lunga collana colorata tanto per dare un tocco di femminilità all’insieme. Quando arrivò nell’atrio del Provveditorato una folla bisbigliante, quasi tutte donne, copriva i cartelloni dei risultati. Susanna le corse incontro, sorridendo: “ Hai vinto, abbiamo vinto”. Si abbracciarono e Luciana disse:” Vado a dirlo al mio fidanzato Guido”. Lungo il tragitto si sentiva quasi mancare le forze per la mancanza di sonno e prese un caffè doppio in un bar .
Entrò nel negozio di cornici del suo fidanzato e gli gettò le braccia al collo:” Guido! Ho vinto il concorso. L’anno prossimo potrò insegnare su una cattedra tutta mia” ma Guido quasi la respinse con una mano e disse: “ Voi che avete fatto l’Università leggendo qualche libro avete adesso un futuro garantito e vi sentite superiori a chi non ha né Laurea né futuro assicurato.” Luciana, che si aspettava una condivisione della gioia per il grande successo conseguito, si mise a piangere. Si era sentita disprezzata da Guido, con cui aveva pensato di poter condividere la vita intera. Non salutò e asciugandosi gli occhi con le mani, aprì la porta del negozio ed uscì quasi di corsa.
Anche quella notte finì per addormentarsi alle tre del mattino. Aveva perso un concorso importante: il rapporto con l’uomo amato. Sempre rigirandosi nel letto aveva rivissuto momenti in cui la sua relazione con Guido aveva scricchiolato paurosamente, quasi sempre perché sottraeva tempo al loro rapporto dedicandosi agli studi. Non si era sentita una ragazza come tante, che studiavano con l’approvazione di tutti coloro che le circondavano. No, lei no. Lei aveva dovuto studiare e lavorare nello stesso tempo per mantenere lei e sua madre. Anche al lavoro vedevano male quei suoi permessi per andare all’Università. Guido, poi! Tutte le volte che lo incontrava dopo aver superato brillantemente un esame, mugugnava salutandola. Quanti sacrifici aveva fatto per arrivare al traguardo! Ricordava anche i momenti belli passati con Guido, che le apparivano ora sfocati e lontani: la condivisione delle idee sul mondo, l’organizzazione di spettacoli e incontri culturali di discreto successo, brevi vacanze in Italia ma anche lunghi soggiorni all’estero. Al suono della sveglia si vestì in fretta, fece colazione e si piazzò davanti al televisore. Non aveva voglia di far niente. Alle 10 in punto squillò il campanello: aprì la porta: le apparve la faccia sorridente di Guido. Il cuore cominciò a batterle forte. Con un gesto lo fece entrare e lacrime scesero dagli occhi di Guido: “Scusa per tutte le volte che non ho saputo apprezzare i tuoi successi negli studi. Vorrei che il nostro rapporto continuasse”, disse e la risposta di Luciana fu “Sì”.
Valutazioni Giuria
11 – Un concorso – Valutazione: 22 Giud.1: La narrazione è scorrevole, con periodi semplici e chiari. La storia di Luciana e Guido è descritta in maniera appropriata e in ogni aspetto. Giud.2: buon racconto. Belle le descrizioni dei protagonisti, del loro rapporto, bello il finale. Giud.3: Assurdo, incoerente, improbabile. Forse nella vita reale i rapporti interpersonali sono davvero così, ma il racconto non trova il modo di rendere questa complessità in modo credibile Giud.4: Il linguaggio incespica in una punteggiatura imprecisa, ma soprattutto nelle ripetizioni dovute all’uso di un vocabolario povero. Il contenuto non ha guizzi, se non nella descrizione degli eventi: l’utilizzo di figure retoriche aiuterebbe a dare spessore. “Lei aveva dovuto studiare e lavorare nello stesso tempo per mantenere lei e sua madre” un brutto errore. |