11 – DIVERSI?

5 Gen di editor

11 – DIVERSI?

Non potevano essere più diversi di cosi, eppure sembravano così uguali; perché il mio babbo mi dice che i bambini marroni sono diversi da noi bambini bianchi allora?.
Con le mani strette sotto il mento stavo a guardare dalla finestra quei bambini giocare all’estremità del mio cortile, uno marrone e uno bianco e a me sembravano tanto uguali! Il babbo mi ha dato il divieto di uscire da quando questa famiglia di marocchini si era trasferita nel nostro cortile, ma perché?
“Ciao” sento squillare dietro la mia schiena, era il bambino marrone! Lo fisso un attimo e Scappo in casa sbattendomi la porta alle spalle! “Babbo, il bambino marrone mi ha salutato!” Urlo con tutte le mie forze “e tu cos’hai fatto?” Mi chiede, “sono scappato”, sbattendo le mani sul tavolo urla “idiota! non devi scappare lo devi picchiare!” Dice, io rimango stupito, ma se lo dice sarà vero mi dico tra me e me.
Il giorno dopo tornando da scuola avevo visto il bambino marrone in cortile, il mio babbo guardava dalla finestra, quindi come mi aveva consigliato avevo iniziato a prenderlo a calci, lui si copriva le mani sulla testa, piangeva e mi urlava di smetterla, “ma perché mi stai picchiando?” Mi grida in faccia rialzandosi da terra, effettivamente non lo so perché lo stavo picchiando, “il mio babbo mi ha detto che è giusto così” ribatto convinto di avere ragione, perché il babbo aveva sempre ragione. Abbassando lo sguardo dalla sua gamba usciva del sangue ed era rosso, rimango stupito che anche loro avessero il sangue rosso, il babbo dice sempre che loro non hanno sentimenti e neanche il nostro sangue.
“Babbo!” Urlo, “guarda ha il sangue rosso!” Saltello contento, come se stessi portando una notizia che avrebbe potuto dare via ad un’amicizia tra me e il bambino marrone ma il mio babbo non ne voleva sapere, mi raccomanda ancora di non avere niente a che fare con lui quindi mi limito ad osservarlo dalla finestra, ogni tanto mi guarda e mi sorride e io mi nascondo e quasi mi vergogno di non capire il motivo di questa scelta del babbo, eppure sembra tanto convinto quando mi parla.
Vedo il bambino marrone avvicinarsi alla finestra della mia camera, mi lascia un bigliettino senza dire niente, lo apro “se vuoi essere mio amico ci vediamo stasera alle sette in punto alla vecchia quercia”, ero quasi tentato ma non volevo disubbidire al babbo, non me lo avrebbe mai perdonato ma io sono solo un bambino e voglio giocare e soprattutto voglio capire cosa non va nel bambino marrone.
Guardavo l’orologio insistentemente e indeciso come pochi decido comunque di andare.
Alla vecchia quercia il bambino marrone mi aspettava con un grande sorriso, rimango un po’ distante da lui e lo saluto con la mano.
“Mi chiamo Ahmed” mi dice “ma quindi non ti chiami bambino marrone?” Chiedo con innocenza, “certo che no, che nome è?”; aveva ragione, quale madre chiamerebbe suo figlio bambino marrone?
Dopo un po’ che giocavamo il suo colore era svanito dentro ai miei occhi, eravamo solo due bambini che giocavano lontano dall’odio dei grandi.
Con il passare del tempo l’amicizia con Ahmed è diventata straordinaria, lui era un bambino intelligente e buono.
Decido di parlare con il mio babbo perché non ce la facevo più a tenere il segreto.
“Babbo”, dico con voce bassa, “ti devo dire una cosa, mi fa cenno con la mano di parlare: “sono diventato amico di Ahmed, giochiamo insieme da un po’ ma avevo paura che ti arrabbiassi con me”, non avevo neanche finito di parlare che la forza di uno sberlone mi aveva scaraventato a terra, non aggiunse niente ma quello fu sufficiente.
Avrei deciso di chiudere con Ahmed.
Mi guardava dal punto più vicino del cortile in attesa che io uscissi, mi lasciava bigliettini che io non riuscivo neanche ad aprire, ma come potevo spiegargli il perché del mio allontanamento? Non c’era niente di logico in questo.
Solo da grande avrei capito di aver fatto una scelta di cui mi sarei pentito per il resto della vita, l’odio e il razzismo radicato in mio padre mi avevano condizionato e non potevo fare niente di più sbagliato di quello che ho fatto. Un po’ di coraggio e presa di posizione avrebbe permesso, forse, il continuo di un rapporto ingenuo e trasparente.
Me ne pento, me ne pento ogni giorno. Scusa Ahmed


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11 – DIVERSI? – Valutazione: 16

Commento:
Sicuramente un bambino fatica a capire un tema tanto difficile come quello razziale, soprattutto quando viene educato da un padre razzista ma il racconto non gli rende giustizia. Neppure la conclusione aiuta in realtà il protagonista a fare davvero pace con Ahmed. Lo stile non è sempre lineare.